No a Ombrina? Intanto, cominciamo a illuminarci e scaldarci di meno


Pescara – (di Gianfranco Colacito) – In migliaia contro Ombrina, e contro ogni tipo di trivellazione e ricerca nei fondali del mare Adriatico di fronte alle coste abruzzesi. No al petrolio e al gas, ma anche, come si grida da altre parti, contro le pale eoliche e contro gli elettrodotti. Difendere l’ambiente è cosa buona e giusta, ma la coperta è corta: se ti copri le spalle, ti scopri i piedi. Vecchio paragone, sempre valido, tanto più che si parla… di energia. Intanto, arrivano in Abruzzo i rifiuti di Roma, ai quali la Regione e le autorità hanno dato luce verde. Per un mese soltanto? Vedremo. A molti tutto ciò pare contraddittorio, ma oggi è il giorno del corteo. Enorme, con l’adesione di tutto l’Abruzzo, Regione compresa. Pare siano quasi 300 gli enti, le istituzioni, le organizzazioni unite nella manifestazione. Solo la Confindustria ha deciso di non esserci, e non c’è.
Medoilgas, tramite il suo rappresentante Senni, ha fatto sapere ad alcuni mass media che le piattaforme in Adriatico sono oltre 100 e non si sono mai verificati i temuti incidenti. Le emissioni sono contenute e a largo dalla costa. I benefici (occupazionali ed economici) saranno rilevanti. L’Abruzzo sarà, insomma, pagato e risarcito.
Cerchiamo, dunque, rispettando tutte le opinioni, di pensarci un po’.
RAGIONAMENTO UNO – La manifestazione di oggi a Pescara ha avuto una raffica di consensi, la maggior parte dei quali politici. Naturale che abbia quelli degli ambientalisti, che snocciolano dati e numeri e sostengono, tra l’altro, che gli idrocarburi estraibili dai fondali marini abruzzesi sono di cattiva qualità e di costo sproporzionato. Almeno a portare argomenti validi, gli ambientalisti finalmente ci provano. Archiviato un ecologismo pasticcione, politicizzato, concretamente inerte di fronte agli enormi danni causati negli anni scorsi da potenti (pensiamo a Bussi e si accappona la pelle…), oggi abbiamo gente preparata, anche scientificamente, che dice cose da valutare. Sono per fortuna dissolti gli ambientalisti che parlavano (come la Gelmini, che non è ambientalista ma ignorante) del tunnel per i neutrini…
E’ il consenso della politica che preoccupa, invece. Troppo e troppo multicolore. Policromo e in odore di qualunquismo. Ragiona solo chi dice: “Facciamo una legge contro tutte le trivelle e altri ordigni del genere in mare”. Insomma, esiste il fondato sospetto che a Pescara oggi accorrano in trippi e solo per mostrarsi ecologisti e crociati per la terra santa fatta di verde, alberi, fiumi (puliti?), mansueti buoi che ruminano. Uccellini che svolazzano (salvo le doppiette di cacciatori e bracconieri). Orsi irsuti e cacciatori di galline, lupi spelacchiati e affamati (se ce ne restano ancora, visto che ne uccidono a decine).
Questo consenso così vociante e, spesso, opportunista, è un coagulo di incoerenze, di posizioni ambigue, di sussulti moralistici,
di compiacenze per i potenti che vogliono sforacchiare il fondo del mare. Potenti che se la vedono bene in una jungla di leggi e procedure, in cui nulla è mai chiaro e definitivo. E spesso tutto si compra.
Alla fine, emerge che Chiodi dice di aver ottenuto ripensamenti ministeriali, il PD sostiene che non è vero. E così si va avanti tra confusioni, ambiguità, tante “ombrine” da ogni parte.
La verità è che mai la politica (contigua agli strapoteri dei signori dell’idrocarburo) ha saputo dire con chiarezza e poche parole: di fronte alle coste abruzzesi (da proteggere almeno nel Chietino, perchè bellissime) non si buca niente, neppure un foglio di carta. Petrolio e metano cercateli altrove. In quell’altrove, poi, bisognerà vedersela con le opposizioni locali.
RAGIONAMENTO DUE – E siamo alla seconda irrazionalità, che è di fondo. Molto italiana, gigantesca. Non vogliamo estrarre petrolio e metano, respingiamo come vergini pudibonde pale eoliche, ovviamente il nucleare, ma anche gasdotti ed elettrodotti, ma vogliamo energia, caldo, motori, luci, comodità. Sappiamo bene che quando va via la corrente, il mondo si ferma e crepiamo tutti. Siamo tenuti in piedi dall’energia, e quel poco di mondo che ci tocca, è fatto di energia quando siamo svegli e quando dormiamo. E allora, come la mettiamo?
GLI URLI DI OGGI – Chi sa cosa si urlerà oggi a Pescara. Il giusto e l’assurdo, il vero e il falso, ma sicuramente poca razionalità, perchè la prima regola sarebbe: consumiamo tutti di meno. Spegniamo luci e motori, teniamoci 18 gradi al massimo in casa, andiamo a piedi e così via. Una volta imparato a risparmiare davvero energia, sediamoci e parliamone. E non pretendiamo – per cominciare – che il metano che occorre a noi, vadano ad estrarlo altrove.


13 Aprile 2013

Categoria : Cronaca
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