L’Aquila, vivere o morire? Decida Roma
L’Aquila – (Immagine roars.it) – UNA TASSA DI SCOPO AVREBBE RISOLTO IL PROBLEMA DA ANNI – Come anticipavamo in un precedente servizio, L’Aquila e il cratere stanno collassando inesorabilmente. Nei prossimi mesi, ma forse già nelle prossime settimane, Roma (qualunque governo ci sia o non ci sia) dovrà dire se l’area terremotata deve vivere o morire. Per vivere, ha bisogno di soldi, che al momento non ci sono. Molto semplice. Lo hanno ribadito questa mattina il sindaco Cialente, l’assessore Di Stefano, presenti la sanatrice Pezzopane e Giovanni Lolli. I numeri sono agghiaccianti. 5.000 in tutto le pratiche di ricostruzione, 2.000 delle quali evase, che potrebbero partire in migliaia di cantieri dentro e fuori dalla città , ma senza risorse. C’è, in altre parole, chi ha fatto (faticosamente) tutto ciò che c’era da fare, e ora attende i soldi, che non arrivano. Inutile andare oltre, sono sufficienti dei numeri e delle affermazioni per descrivere le cose come stanno. Dunque è Roma, è il Governo, è lo Stato a scrivere la sentenza (di morte o di sopravvivenza) per L’Aquila.
Martedì ci sarà una manifestazione significativa a Roma, durante la quale ricompariranno le carriole. Che non saranno vuote, ma conterranno i faldoni con le pratiche, che saranno mostrati. “Eccoli, sono pronti, ma senza soldi non parte niente”.
Mercoledì avrà luogo la seduta del Senato dedicata alla ricostruzione.
A molti sembra che le assicurazioni dall’alto secondo le quali la rinascita dell’Aquila “è un problema nazionale” siano come sirene di allarme. Come sussurri di conforto per un malato grave.
E se non arriveranno soldi e meccanismi per averne regolarmente anche in futuro?
Non rimarrà che l’escalation della protesta. Nessun politico aquilano si tirerà indietro, la parola passerà alla piazza e alla gente. Ma non era questo il futuro che si aspettavano coloro che erano stati sempre rimbambiti da chiacchiere bugiarde, secondo le quali “i soldi ci sono” e “i soldi arriveranno”.
Quante ghigliottine si stima possano essere collocate in piazza del Duomo? O è troppo piccola?
LA TASSA DI SCOPO – A molti, anche a chi non è politico e non s’intende di politica, torna in mente la saggezza di chi quattro anni fa gridava: per ricostruire L’Aquila, creare una tassa di scopo, pochi centesimi per ogni italiano. Se così fosse stato, oggi esisterebbero le risorse pronte. Oggi bisogna gridare ancora, ma non solo per i terremotati abruzzesi, anche per quelli emiliani e lombardi. L’idea di una tassa di scopo torna ad apparire come l’unica soluzione. Tanto, chi aveva promesso che nessuno avrebbe messo le “mani in tasca agli italiani”, li ha ridotti sul lastrico mettendo loro in tasca non le mani, ma una ruspa.
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