Le famiglie tagliano la spesa alimentare
L’Aquila – Quattro famiglie su dieci hanno tagliato drasticamente la spesa alimentare. Il 60% ha cambiato menu’, mentre il 35% e’ stato costretto ad optare per prodotti di qualita’ inferiore. Crescono i consumatori (11%) che si rivolgono agli hard-discount. Per mangiare, si continua a spendere di piu’ al Centro e al Sud che al Nord. Sono, in estrema sintesi, i risultati piu’ significativi di un’indagine nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori elaborata sulla base di rilevazioni territoriali delle sue strutture e dei dati Istat e Ismea, la ricerca, che si riferisce al 2008, e’ stata presentata in occasione della terza Conferenza economica che si svolge oggi e domani a Lecce. Nello scorso anno la spesa alimentare delle famiglie italiane e’ stata pari a 475 euro, 9 in piu’ nei confronti dei 466 registrati durante il 2007. Una crescita dovuta ai rincari (piu’ 5,4%) che hanno contraddistinto i generi alimentari al dettaglio. Nel contesto dei “tagli” alimentari, si riscontra che il 40% delle famiglie italiane ha ridotto gli acquisti di carne, in particolare quella bovina, il 38 % quelli di pane, il 36 % quelli di olio d’oliva e il 35 % quelli di vino. I rincari dei prezzi, sommati alle preoccupazioni per le prospettive economiche future, hanno spinto il 60 %delle famiglie a cambiare menu’ a tavola. Si sono scelti prodotti piu’ convenienti. A farne le maggiori spese e’ stata la carne, i cui consumi si sono ridotti del 3,2 %. In calo anche gli acquisti di olio d’oliva, di vino, di pane e di pesce. Sempre per quanto concerne le aree geografiche, al Centro e al Sud, rispettivamente con 492 e 482 euro mensili, si spende di piu’ per allestire le tavole rispetto al Nord dove si registrano 464 euro. Nelle regioni del Mezzogiorno alla spesa alimentare e’ destinata piu’ di un quinto di quella totale. Percentuale, invece, inferiore sia in quelle centrali che in quelle settentrionali.
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