Di Stefano, ancora accuse a Chiodi


L’Aquila – (di Pietro Di Stefano, assessore alla ricostruzione) – Il senso di responsabilità del governatore della nostra regione, già commissario per la Ricostruzione, si poteva dimostrare con una legge speciale per L’Aquila. Dal Friuli all’Irpinia, passando per l’Emilia, le Regioni hanno sempre assolto alle loro prerogative in materia legislativa. Di più. Il governatore della Regione sismicamente più disastrata d’Italia ha dovuto aspettare una nota del Capo dipartimento della Protezione Civile per fornire il Piano di protezione civile dei suoi Comuni.

Ascrivere poi a se stesso risultati raggiunti da altri, come la costruzione dei MUSP a uso scolastico, è indice di millanteria o di scarsa memoria degli avvenimenti.

Quando poi si legge dalle sue dichiarazioni che il Comune dell’Aquila avrebbe in cassa ancora due miliardi di euro, quando anche le pietre di questa sfortunata città sanno che dal mese di ottobre non ci sono più fondi, si tocca l’acme del ridicolo. I due miliardi, Chiodi lo sa bene, sono l’importo totale della delibera Cipe che L’Aquila aspetta per avere una boccata d’ossigeno. Solo 985 milioni saranno utilizzati per la ricostruzione privata; la restante cifra riguarda una molteplicità di voci, che vanno dall’assistenza alla popolazione al pagamento degli espropri, fino alle spese per il servizio prestato dalle forze dell’ordine.

All’Aquila serve, non mi stancherò mai di ribadirlo, il ripristino del plafond della Cassa Depositi e Prestiti, quello stesso che il suo collega Errani ha attivato, basandosi sul riuscito modello Abruzzo, per l’Emilia.


08 Aprile 2013

Categoria : Politica
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