Eccovi il ritratto della disgregazione
Un’immnagine digitale è composta da pixel, e allo stesso modo può essere composta da numeri. Quella della realtà aquilana è così costruita: 6.500 hanno perso il lavoro negli ultimi 12 mesi, la CIG è salita a 2,8 milioni di ore, subendo un incremento mostruoso che secondo la CGIL è pari al 1600-1700%. Avete mai letto una percentuale di questa entità riferita ad un agglomerato sociale di modeste dimensioni, come quello aquilano? Mica siamo a Shanghai…
20 anni non sono bastati per risolvere il caso Italtel, e stanno arrivando altri 70-80 licenziamenti. Imprecisato il numero degli esodati che hanno maturato i tempi per la pensione. Altissimo il numero dei negozi morti. Il 70% dei residenti a L’Aquila (dati medici, non fantasie) soffre di depressione, malattia da cui è difficile uscire. 3.500 persone hanno lasciato la città . Decine le aziende in crisi. Alto il numero dei precari: 40 solo alla Provincia, gettati via come stracci usati dal 31 dicembre 2012. E il colmo dei colmi: migliaia di cantieri edilizi aperti, ma profonda crisi occupazionale nell’edilizia!
Chi sa qualche cervellone romano o qualche politico autorevole sono capaci di mettere in piedi una spiegazione…
Volete altri numeri? Potremmo aggiungere quelli dei furti, dei vandalismi, delle aggressioni; potremmo citare i dati sugli alcolisti, sui drogati, sugli anziani soli. Sono noti a tutti i numeri della non-ricostruzione, delle persone senza casa, degli assistiti, delle pratiche per la ricostruzione bloccate da qualche parte. Pauroso, benchè non rilevabile con precisione, il numero dei senza speranza, degli esuli confinati nelle case periferiche, degli aquilani senza più L’Aquila.
Scusate questo editoriale fatto solo di numeri. La natura, dice Galileo, è un libro scritto con i numeri. Pitagora considerava i numeri divini.
Noi li consideriamo la misura di una realtà allucinante, che incombe su decine di migliaia di persone. La porta dell’Ade.
Non c'è ancora nessun commento.