Appello contro la “deriva petrolifera”
Franco Sbrolla ha diffuso la seguente nota: “Appello agli abruzzesi: tutti a Pescara per manifestare contro la deriva petrolifera.
Nel biennio 2011-2012, la scellerata riperimetrazione della Riserva naturale Borsacchio, approvata a maggioranza dal Consiglio comunale di Roseto e da Consiglio regionale, e il successivo nulla osta all’istanza Villa Mazzarosa, hanno spalancato le porte dell’Abruzzo alle compagnie petrolifere.
E una commissione d’inchiesta dovrebbe valutare l’operato del Comitato di VIA.
Che ha dato parere favorevole alla richiesta della Medoilgas, nonostante le migliaia di osservazioni, presentate da Enti, Associazioni e cittadini, che sbugiardavano le menzogne strombazzate dalla società petrolifera britannica.
Un’altra ciliegina sulla torta è stata l’approvazione, da parte del Ministero dell’Ambiente, del progetto “Ombrina Mare 2”, un campo petrolifero della Medoilgas a 3,7 miglia dalla stupenda costa dei trabocchi.
Il greggio estratto, di pessima qualità, verrà poi convogliato su una nave desolforante di 320 metri: un mostro inquinante che sputerà, giorno e notte, fiamme e veleni.
Assieme agli altri mostri attirati in Abruzzo dalla nuova Strategia Energetica Nazionale, divorerà il nostro turismo, la nostra pesca, la nostra agricoltura e tutte le imprese e gli esercizi correlati.
E più di 30.000 disoccupati si aggiungeranno ai 100.000, che hanno perso o non hanno mai avuto il posto di lavoro.
Allo stato attuale, i dati ufficiali attestano che il 49% del nostro territorio è interessato dalle attività di ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi, e gli abitanti dei 225 Comuni coinvolti sono più di un milione, l’80% della popolazione residente.
Per quanto riguarda il mare Adriatico, le istanze presentate al Ministero dello Sviluppo Economico coprono tutto lo spazio antistante la nostra costa, da Martinsicuro a San Salvo.
La responsabilità per l’imminente trasformazione dell’Abruzzo, da Regione verde d’Europa a distretto petrolifero, ricade interamente sui nostri politici e sui nostri amministratori, che hanno dimostrato, con la loro inerzia e il loro silenzio, di non meritare la fiducia dei cittadini.
Ma noi abruzzesi, superando le divisioni partitiche, ci siamo ritrovati uniti quando abbiamo dovuto difendere il nostro territorio e la qualità della vita.
Infatti, nel Referendum del 12 e 13 giugno 2011, il 95,7% degli elettori abruzzesi votò contro le centrali nucleari, che la maggioranza dei consiglieri regionali, nella seduta dell’8 marzo 2011, aveva deliberato di installare nella nostra regione.
Dieci anni prima, nel biennio 2001–2002, abbiamo combattuto e vinto la battaglia democratica contro il 3° traforo del Gran Sasso, che avrebbe inferto un colpo mortale alle nostre sorgenti, indispensabili per il benessere di gran parte della popolazione residente nelle province di Teramo, Pescara e L’Aquila.
E ricordo bene la grande manifestazione che si svolse a Pescara il 23 febbraio 2002.
C’era, in prima fila, la banda di Montepagano, e quando le avanguardie imboccarono Corso Umberto, la retroguardia stazionava ancora a Piazza Italia.
Anche questa volta, la città dannunziana ospiterà un corteo di cittadini, che vogliono essere artefici del proprio futuro.
Sullo stesso tema, ritengo doveroso lanciare un accorato appello agli abruzzesi: tutti insieme a Pescara, sabato 13 aprile alle ore 15,30, per manifestare contro l’incombente deriva petrolifera.
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