Decreto pronto, ora sì che temiamo…
Per i debiti della pubblica amministrazione (una quarantina di miliardi tanto per cominciare) oggi 6 aprile alle 14 è spuntato dai palazzi romani un decreto, con il quale il governo Monti decide… di fare il suo dovere. Pagare i debiti a chi avanza soldi dallo Stato. Prima anomalia sconcertante: l’Italia è forse il solo paese al mondo (sicuramente anche di altri mondi abitati del cosmo) a ricorrere ad un decreto per pagare. Sì, pensateci: qui per pagare occorre decretare, magari dopo anni di regolare opera di distruzione dell’economia di migliaia di aziende e imprese. Vecchia musica sfiatata: creata l’emergenza, edificato il bisogno, arrivano i salvatori della patria.
Ma non è tutto. Ora che c’è il decreto, dobbiamo cominciare ad avere paura sul serio. Infatti la parola passa alla burocrazia, che deve fare un elenco dei crediti (evidentemente non sanno neppure quanti avanzano i soldi), poi elaborare le scartoffie chilometriche di cui vive e sulle quali si ingrassa, e poi ancora erogare materialmente i soldi. Come? In contanti? Con assegni? Tramite banche? Mediante spedizione a casa di un bonifico? Vai a sapere. Sai invece da subito che sceglieranno la via peggiore e impiegheranno il tempo massimo. Ai creditori diciamo: non illudetevi. Non contate subito su quei soldi. Non respirate di sollievo. Fatelo solo quando li avrete incassati. Già , quando? Beh, non fate domande alle quali è impossibile rispondere! Non siate indiscreti. In Italia non si chiede mai quando. Caso mai, quanto.
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