6 aprile, i numeri dopo 4 anni


L’Aquila – (Foto: la finestra dell’ufficio del sindaco a Palazzo Margherita, e sotto una protesta in piazza Palazzo) – Dopo 4 anni dal 6 aprile 2009, è utile riassumere con i numeri la situazione, adoperando almeno i pochi dati sicuri disponibili. Le persone che abitano al di fuori delle loro case nel cratere sono 21.000 circa. Quasi 300 sono ancora ospitate in alcuni alberghi. Le altre in edifici alternativi antisismici e moduli abitativi detti MAP. In pratica baracche di legno in rapido deterioramento, tanto da aver subito in diversi casi importanti e costosi interventi. I cantieri di ricostruzione e ristrutturazione sono centinaia nelle periferie. I centri storici, a cominciare da quello dell’Aquila, sono praticamente al palo: qualcuno calcola che il 10%, o forse meno, delle loro edificazioni storiche sono oggetto di cantieri.
Alcuni cantieri sono in fase avanzata: si tratta di quelli che operano grazie a donazioni.
Solo il 28 marzo il comune ha varato il cronoprogramma degli interventi (che comunque è argomento di polemiche).
Secondo il Ministro Barca, occorreranno 8-10 anni per la ricostruzione. Per il sindaco, bisogna realizzare significativi interventi molto prima, altrimenti la gente se ne andrà via. Se le cose non andranno in modo accettabile, in molti (anche in politica) parlano di corale rivolta civile. Quando? Non si sa. E’ credibile che, se occorreranno tempi troppo lunghi, ci sarà a L’Aquila poca gente per una qualsiasi rivolta…
I soldi. Si dice che occorre un miliardo l’anno. Al momento non ci sono risorse neppure per il 2013. Non esistono leggi o garanzie per un miliardo l’anno nel futuro, anche perchè non si sa quanti anni occorreranno. E se ne occorressero 10 o 15?
La crisi: centinaia di precari rimasti tali, disoccupati in aumento, artigianato e commercio alle corde. Disoccupazione (è incredibile) soprattutto nel settore edilizio.
Così comincia il quinto anno, alle 3 e 32 del 6 aprile 2013.


05 Aprile 2013

Categoria : Cronaca
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