Pensierino e ricordi
(Nemo) – Il pensiero corre indietro di decenni. Nemo conobbe Enrico Carli nella redazione de Il Tempo che si affacciava dalle finestre semirotonde sotto i portici, sopra a quello che fu Bar Europa. Lì dentro, pochi metri quadri, tutto somigliava ad una miniredazione americana. Enrico Carli, che non era un gigante, era alla macchina per scrivere in maniche di camicia, cravatta slacciata e un incredibile cappello tipo Borsalino. Una botta di vita, come nei film americani in cui tutti portavano (chi sa perchè) il cappello. Magari sollevato sulla fronte. Fu subito simpatia. Carli spedì Nemo nel vicino ristorante Tre Marie, per un articoletto su una serata cerimoniale. Gli piacque. Nemo entrò al Tempo e ci rimase molti anni. Ma senza pià quello pseudonimo. Non piaceva a Carli: significava “nessuno”. “Firma co ju nome tè” disse il capo. “Mica ci tenemo nasconne quando scrivemo”.
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