Centri commerciali stracolmi, poco personale
L’Aquila – (0re 24,17) – Non è stata una buona idea, quella dei sindacati, di proclamare lo sciopero del commercio per il lunedì di Pasqua e in prospettiva per il 25 aprile e il 1 maggio. La giornata di Pasquetta si è infatti conclusa in quasi tutti i centri commerciali con una grande confusione e, tutto sommato, un danno sia ai gestori che alla clientela. Dopo la chiusura alle 21 del 1 aprile, si sono tirate le somme e i risultati non sono stati certo positivi per nessuno.
E’ infatti accaduto proprio ciò che chiunque, anche un sindacalista, avrebbe potuto e dovuto prevedere. I siti commerciali aperti (quasi tutti, almeno i maggiori in Abruzzo) hanno registrato insoliti pienoni: migliaia di persone si sono riversate negli spazi di vendita, un po’ perchè sapevano che erano aperti, un po’ perchè la crisi ha tenuto moltissimi fermi nelle città (niente gite o brevi viaggi), e ancora un po’ per il maltempo non certo incoraggiante. Ma nei centri commerciali alcuni dipendenti avevano scioperato, e così quasi ovunque è mancata la merce, persino il pane (che è quello che la gente cerca nei festivi doppi), ma soprattutto è mancato il personale necessario specie in alcuni banconi di vendita, come le pizzicherie. Un disagio per la clientela scontenta e delusa, un danno per le gestioni, e in fondo anche per i lavoratori. Persino alcuni centri commerciali minori sono restati aperti, e lì le cose, specie con le gestioni familiari, sono andate anche un po’ meglio.
Ma una cosa è emersa lampante come un faro: la gente vuole che i negozi, almeno in certi festivi, restino aperti. Chiunque non terrà conto di questo orientamento, sbaglierà . Ma soprattutto violerà anche quella che per tutti dovrebbe essere sacra: la volontà dei più. La democrazia non sta solo nei palazzi e nella politica (ammesso che ci sia…): sta anche nel rispetto delle volontà maggioritarie che si manifestano nell’ordinario e nel quotidiano. Altro che feste mercificate… Feste rovinate a clienti e venditori.
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