Elettrodotto, ricorso anche dei cittadini
Lanciano – Scrive il presidente del CAST Antonella La Morgia: “Lunedì 24 marzo sono scaduti i termini per il ricorso contro il Decreto che autorizza l’Elettrodotto in doppia terna a 389 kV Villanova- Gissi. Il procedimento è stato avviato due anni fa presso il Ministero dello Sviluppo Economico e l’elettrodotto è considerato fra le opere strategiche d’interesse nazionale per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, come Ombrina.
Non sono solo i Sindaci di Lanciano, Castel Frentano e Paglieta ad avere presentato ricorso al TAR del Lazio. Su iniziativa e con un attento lavoro di coordinamento del C.A.S.T. (Comitato Ambiente Salute e Territorio), una quarantina di cittadini ha impugnato dinanzi al giudice amministrativo il decreto, dando mandato a due legali di chiara fiducia, gli Avvocati Barbara Antonucci e Ilenia Carinci, che hanno eccepito altri vizi rispetto a quelli denunciati dai comuni.
I legali dei cittadini hanno ravvisato l’illegittimita’ del decreto non solo nella mancata concertazione del percorso, ma anche in ulteriori violazioni di legge, difetti di istruttoria e travisamento dei fatti nel corso del procedimento amministrativo.
Le spese del ricorso dei privati e del Comitato saranno sostenute, oltre che grazie a contributi dei ricorrenti, anche grazie ad una raccolta fondi, che è iniziata appena c’è stata l’intenzione di impugnare l’atto. Generosi sono stati i contributi di molti abitanti della contrada S.Onofrio di Lanciano, che hanno mostrato sensibilità verso chi si troverà fortemente danneggiato dall’attraversamento dell’opera. Alla raccolta fondi ha partecipato anche la comunità di contrada Buccieri (Pe), che si era mobilitata contro l’altro progetto di elettrodotto, il Tivat-Pescara (già autorizzato) e ha voluto dare il proprio contributo per la lotta contro un’opera ritenuta ugualmente ingiusta, perché imposta dall’alto.
Il C.A.S.T. ha sempre considerato più utile agire sull’efficienza e sul risparmio energetico, piuttosto che sulla scelta di varare nuove infrastrutture impattanti.
Il C.A.S.T. sostiene che l’elettrodotto Villanova- Gissi è una questione energetica “figlia di un Dio minore” e avrebbe meritato attenzione maggiore da parte dei cittadini, dei media, e delle istituzioni. La maggior parte dei comuni interessati, voltando le spalle alle comunità che subiranno l’opera e sottoscrivendo accordi separati con la società, ha sottovalutato il sacrificio del territorio e il danno ambientale. La mancanza di concertazione originaria sul tracciato non può considerarsi sanata da questi accordi.
Il C.A.S.T. denuncia il comportamento della Regione, che è stata la prima assente in merito all’esame delle criticità dell’elettrodotto. La Regione, infatti, ha evitato di riunire tavoli di confronto tecnico sulle problematiche e criticità sollevate, malgrado la richiesta in tal senso proveniente da più parti, cittadini ed enti. Inoltre, non ha espresso il parere prima della VIA, né l’ha reso dopo, come tardivamente su Ombrina2. Ha poi concesso l’intesa con una delibera di giunta il giorno prima della Conferenza di servizi e senza presentarsi a questa importante convocazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
La legge è chiara sull’attribuzione del parere in capo alla Regione, e non averlo dato nella fase istruttoria di VIA è un chiaro segnale di omissione di responsabilità. L’intesa successiva non può perciò ritenersi fondata sull’esame completo delle situazioni che l’opera investe.
Il C.A.S.T. sarà presente il 7 aprile a San Vito, alla manifestazione promossa da Zona 22 e dalla Fiera della Domenica, per ribadire che se si promuove la scelta delle rinnovabili non vi è spazio per reti che rappresentano il passato energetico piuttosto che il futuro. Questo elettrodotto è legato soltanto all’energia prodotta da centrali a combustione fossile.
Non bisogna cadere nel luogo comune secondo cui “l’energia da qualche parte deve pur passare”. L’energia è sostenibile solo se riferita anche alle reti di trasporto, e non solo alla sua fonte di produzione. Nella previsione di nuove linee, occorre fare in modo che la distribuzione degli impatti sul territorio sia effettivamente il risultato di una condivisione a livello locale, adottare il principio di precauzione contro i rischi della salute (i tumori infantili raddoppiano nelle vicinanze degli elettrodotti) e soprattutto riflettere sulla priorità e necessità di altri interventi, come la manutenzione della rete di media e bassa tensione e il risparmio, nell’utenza domestica, industriale e soprattutto della pubblica amministrazione”.
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