Domani centri commerciali aperti
L’Aquila – I sindacati del commercio hanno proclamato uno sciopero di protesta contro le aperture festive, contro la “mercificazione delle feste”. I lavoratori del commercio dovrebbero astenersi dalle loro prestazioni a cominciare da domani, lunedì di Pasquetta, ma è ben difficile che l’iniziativa dei sindacati trovi attuazione pratica. Domani, infatti, in tutto l’Abruzzo o quasi, i centri commerciali terranno aperti i loro negozi e i loro spazi di vendita. Molti hanno anzi predisposto intrattenimenti e spettacoli per chi vorrà rinunciare alla gita fuori porta e trascorrere del tempo nelle aree attrezzate del commercio, che sono sempre di più luoghi di aggregazione (specialmente festiva) e di attrazione per i più piccoli, che, è chiaro, da soli non vanno all’iper…
La crisi aiuta, nel senso che pochi sono partiti, e la stragrande maggioranza trascorre Pasqua a casa. Quindi, almeno nel pomeriggio, dirigersi verso il centro commerciale è quasi spontaneo. Specie se piove, come è previsto. Veramente era previsto maltempo anche per oggi, domenica di Pasqua, ma di pioggia almeno nella mattinata se n’è vista poca.
Il vecchio braccio di ferro contro la grande distribuzione dovrebbe averlo chiuso la normativa – emessa durante il governo Monti – che liberalizza le aperture: non certo obbligatorie, ma facoltative in quasi tutte le festività dell’anno. E anche i sindacati sanno che tutto sommato questo alla gente piace. Tutti aperti, dunque, domani Pasquetta e sciopero prevedibilmente poco osservato. Molti lavoratori, di questi tempi, scelgono i soldini (anche se pochi) da aggiungere alla busta paga (ovunque magra, nel campo del commercio). E il braccio di ferro tra chi insiste nell’opporsi alle aperture festive, e chi le attua incontrando il gradimento della maggior parte dei cittadini, diventa sempre più inutile. Forse troppi sindacalisti non sanno che ovunque, nel mondo, esistono le aperture festive: chi vuole, apra, e chi non vuole, chiuda. Chi sceglie di andare al centro commerciale il lunedì di Pasqua, vada, e chi non vuole, non vada.
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