“Minoranza nella minoranza, dico basta”
L’Aquila – Scrive Enrico Verini, foto, consigliere FLI: “Non sono tra quelli che in Consiglio comunale ha partecipato al rimpallo, sempre di parte, tra la maggioranza (favorevole a prescindere) e l’opposizione (contraria a prescindere) sul documento contenente il cronoprogramma per la ricostruzione della città e delle frazioni. Non mi ha appassionato studiare, favorevole o contrario che fossi, i vari stanziamenti previsti per le varie zone, secondo un ordine che, comunque lo si fosse fatto, sarebbe stato arbitrario e ingiusto per tutti coloro che hanno la sfortuna di avere la loro abitazione nelle zone in cui i lavori seguiranno quelli delle altre zone, secondo la tempistica prevista. A dire il vero sono anche convinto che la regola, (prevista nel documento), sarà soverchiata dalle tante eccezioni che avverranno per motivi tecnici, operativi, di tempi di presentazione dei progetti, di tempi di finanziamento degli stessi, di inevitabili ricorsi e controricorsi al Tar ecc.
Quindi alla fine, nella migliore tradizione italiana, sarà possibile e si farà tutto e il contrario di tutto.
Solo una certezza, a ben leggere le carte del cronoprogramma, appare tragicamente chiara: nella migliore delle ipotesi avremo la città dove era e come era, e chi pensava che potevamo averne una più bella (lo confesso, sono tra questi), può mettersi il cuore in pace. Non sarà così.
Quindi ripareremo l’antico, il vincolato, e lo riavremo nel suo splendore, ma anche il vecchio, le brutture, e ce ne erano tante in città , le riavremo come erano. Torneranno a splendere i vari scorci e i vari vicoli, e continueremo a mantenere una città senza parcheggi. Torneremo ad essere una città tra le più verdi d’Europa, ma per una mamma con bimbo piccolo, sarà arduo trovare in centro un parco di quartiere, piccolo, con 2 alberi, 3 panchine e qualche gioco. E, nonostante i morti, non saremo una città sicura, non essendo noi tutti riusciti a batterci per una ricostruzione modello italiano della prevenzione sismica, tutti distratti a dire Berlusconi si, Carriole no o viceversa.
Nel momento in cui tutte le città storiche del mondo, adottano moderni piani urbanistici (ma giustamente altrove li chiamano piani di sviluppo), che rispettano le vocazioni antiche e suggestive dei centri storici riempendoli di significati appropriati (piccolo commercio, artigianato, istituzioni musicali, culturali ecc) e decentrano le funzioni amministrative in luoghi con viabilità , servizi, parcheggi adeguati, noi non prevediamo nulla di tutto ciò, continuando a comportarci come città di provincia e non come capoluogo di regione. Potevamo adottare oggi, una pianificazione per rianimare la vita serale che tutti amavamo ma che avveniva senza alcun rispetto per i residenti, programmando con anticipo le zone dedicate alla movida e quelle al riposo, ma non lo facciamo, sicché gli operatori economici del settore, continueranno la loro quotidiana lotta con i diritto dei residenti alla quiete notturna(sacrosanto), con sfinimento di entrambi.
Potevamo, dopo aver pianto e ricordando ogni giorno le nostre vittime e il dolore soprattutto dei loro parenti, cogliere anche qualche opportunità . Invece no. Colpa di tutti, anche mia. Altri consiglieri voteranno si oppure no, secondo copione. Io, al voto che sancisce il provincialismo cronico, fonte dei nostri limiti, non parteciperò. Mi ribello ai si e ai no a prescindere e a tutto questo. Sono minoranza della minoranza, lo so, ma qualcuno dovrà pure iniziare a dire basta”.
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