Magari, Ministro, un po’ più di garbo


Sarebbe presuntuoso ergersi a giudici, in una situazione così difficile e così anomala come quella del dopo terremoto. Sarebbe anche approssimativo sproloquiare, attaccare, condannare o assolvere. Mai una città grande era stata distrutta, in tempi moderni, dal 1915 in avanti, e dunque forse è giusto dire: si poteva fare meglio, ma era difficile farlo. E grazie a chi qualcosa ha fatto, prima di tutto a Barca e Letta.
Ma ci sono dei fatti sui quali nessuno deve esprimersi, tanto meno con arroganza. Se vale la regola della moderazione per noi, deve valere per tutti, anche per il Ministro Barca. I fatti sono alla fine uno solo: 4 anni senza ricostruzione. 4 anni che scoccano sul calendario, e siamo a promesse e bollini su 97 edifici. Se Barca ha delle ragioni, di più ne hanno gli aquilani e tutti i residenti nel cratere. Quindi, autorevole Ministro (uscente), sarebbe stato apprezzabile un po’ di garbo, invece di sommari giudizi di “gufaggio” estesi a tutti gli aquilani. Qui nessuno gufa, caso mai non ne può più, è stremato anche il più forte, è piegato anche il più irriducibile. Crollata la città, si chiedeva solo di rimetterla in piedi. Non è ancora avvenuto e pochi credono che avvenga in qualche anno. Dunque, caro Ministro Barca, meno sufficienza, meno termini disinvolti, meno ironie. Ci restituisca, il Governo, la città e la possibilità di viverci. Due cose che per ora non ci sono. Le sembra irrisorio?



23 Marzo 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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