Quante nubi nere sul concorsone…
L’Aquila – Che la strada del cosiddetto consorsone (300 assunzioni in Comune per la ricostruzione) non fosse larga e in discesa, si sapeva da sempre. Un’impugnazione delle graduatorie e altri ricorsi, tra i quali quelli dei precari del Comune, pendono davanti al TAR del Lazio, che dovrebbe pronunciarsi in un tempo non lunghissimo. Anzi, dovremmo quasi esserci. Appare quanto meno prematuro, se non illusorio, quindi, far circolare – come qualcuno ha fatto – notizie rassicuranti su una presunta firma di assunzioni, fissandone addirittura la data: prima della fine di marzo. Il 27, si è detto. Una specie di regalo di Pasqua. Ma quante nubi all’orizzonte. Alcune, a quanto si afferma oggi, molto nere.
Sul concorsone e sulle procedure, sui bandi, sulla mobilità , su presunti abusi e illegittimità , se ne sono dette e scritte tante. Ricordate la foto del manuale dei quiz nelle mani di un concorrente che se la portava tranquillamente a casa? Il Formez ha sempre parlato di limpidezza e regolarità , così come molti politici. Comprensibile la ridda di voci e dicerie debordata da dicembre 2012 ad oggi. 300 posti di lavoro a tempo indeterminato sono una sorta di araba fenice, una città dell’oro in una jungla di disoccupati, precari, inoccupati, sfiduciati, gente derubata del presente e del futuro.
Ma le carte bollate, anche quando sembra che siano scomparse, hanno il loro peso e sopravvivono come i papiri egizi. E chi deve pronunciarsi, prima o poi lo farà . Ora arriva anche la tegola, rivelata da Abruzzoweb a forza di titoloni, dei segretari comunali che non hanno intenzione di firmare le assunzioni di chi ha vinto i posti in concorso. Vizi, irregolarità , dubbi sui bandi e sulle procedure, e dubbi anche su chi dovrà pagare gli stipendi dei 300 nuovi assunti. I segretari comunali sono i guardiani della legalità nelle amministrazioni comunali. Se, come dice la loro lettera al Governo, ci sono dubbi, tutto si ferma.
Naturalmente, prima di ogni altra cosa si ferma la ricostruzione, che – stando alla logica aristotelica – non potrebbe fermarsi, non essendo in movimento… Se le parole hanno un senso, tuttavia, potrebbe rimanere com’è, cioè del tutto immobile, chi sa per quanto ancora. Il Comune rimarrebbe del tutto paralizzato, così come è ormai fuori gioco, completamente azzerata, la Provincia, senza personale e dopo aver licenziato senza remissione di peccato 40 precari, dei quali non si è preoccupata più di tanto nè la politica, nè tanto meno il sindacato, tutt’altro che pronto a difendere i lavoratori. O almeno a farlo solo quando gli fa comodo per mettersi in mostra. Forse ci sono lavoratori e lavoratori, e noi ingenui che credevamo il contrario!
L’affare s’ingrossa, quindi. E il cielo si incupisce, per quanto sia possibile visto che è già da tempo del colore del piombo.
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