Organi di controllo in cortocircuito


Barisciano – Scrive Walter Salvatore (che si definisce consigliere epurato dal compagno Barca) – “Viva si presenta, da parte delle collettività, la domanda di giustizia nei confronti degli amministratori e dipendenti pubblici che con il loro comportamento colposo o, addirittura, doloso, abbiano cagionato danni alla pubblica amministrazione” . È quanto enunciato in uno dei passaggi della relazione di Luciano Calamaro, presidente della Corte dei Conti per l’Abruzzo, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario.
Il Procuratore regionale della Corte dei Conti, Fausta Di Grazia, parlando di spesa pubblica, ha invece dichiarato:
- Le amministrazioni concludono spesso contratti pubblici direttamente, escludendo così il ricorso a pubbliche selezioni, necessarie per ottenere il prezzo più conveniente. Il mancato svolgimento della gara, oltre a essere un’azione illegittima comporta la lesione alla concorrenza e l’alterazione del mercato -
Siamo di fronte dunque ad una Corte dei Conti che registra l’interesse crescente del cittadino per un’attività degli organi di controllo capace di garantire una normale e legittima aspettativa di giustizia e che ha consapevolezza che troppo spesso viene a mancare la certezza di una sana amministrazione della cosa pubblica.
Il cittadino, però, ascoltando da quali organi istituzionali provengono tali affermazioni e volgendo lo sguardo intorno a se alla ricerca di episodi che rivelino traccia di soddisfazione ed adempimento con i fatti di quanto enunciato, è colto da disorientamento, è smarrito.
Della moltitudine di cittadini disorientati e confusi faccio parte anch’io che oltre due anni fa (febbraio 2011), dai banchi dell’opposizione del Comune di Barisciano, facevo inviare alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica gli atti dell’affidamento dei piani di ricostruzione all’Università di Camerino.
Un affidamento senza gara ed a costi esorbitanti (540.000,00 euro), se paragonati all’offerta di un famoso studio privato, allegata anch’essa agli atti.
Un incarico in contrasto con qualsiasi norma locale, nazionale ed europea tanto che la stessa Corte di Giustizia Europea ha nel frattempo trovato modo e tempo di sentenziare su un caso analogo condannando una Pubblica Amministrazione Italiana per l’uso dello stesso trucchetto.
Ebbene, da oltre due anni, stiamo aspettando che qualcuno batta un colpo, che una qualsiasi delle autorità di controllo e vigilanza esprima un parere o che dica che abbiamo preso un abbaglio e che è tutto regolare o che affermi che i soldi pubblici valgono molto meno di quelli dei privati.
Silenzio… assordante ed assoluto…
con il cittadino sbigottito e le istituzioni che nel frattempo s’incensano e si celebrano.


13 Marzo 2013

Categoria : Dai Lettori
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