Crolli,morti: presto sapremo chi è indagato
L’Aquila – Il procuratore capo Alfredo Rossini è innanzi tutto un uomo di parola, lui e i suoi collaboratori: avevano parlato della fine di settembre per una prima conclusione dell’inchiesta giudiziaria sui crolli e le vittime del terremoto. Ci siamo, tempi rispettati, come avevamo brevemente anticipato tre giorni fa. Rossini stesso ha confermato oggi a Daniela Senepa del Tg3 Abruzzo che presto ci saranno delle persone iscritte nel registro degli indagati, e che esistono anche filoni dell’inchiesta riguardanti possibili tentativi di infiltrazioni mafiose nel bailamme della ricostruzione e nelle prime fasi del caotico dopo-sisma. Le infiltrazioni mafiose, del resto ampiamente prevedibili e temute fin dai primi momenti, si appalesano ogni volta che c’è odore di grandi affari. Purtroppo è estremamente facile infiltrarsi usando nomi di personaggi fittizi, di parenti, conoscenti, amici, compari e complici.
Il mondo dell’imprenditoria è variegato e complesso, dove ci sono soldi, ci sono anche appetiti, complicità , contiguità inquinanti. Lo dimostra non solo la storia dei disastri e delle ricostruzioni, ma la storia in generale: nell’America dei primi decenni del ’900 la malavita (quasi interamente italiana) dominò incontrastata ogni settore redditizio.
L’impegno della magistratura, comuquye, c’è e pare abbia già dato dei risultati. Altri ne sono prevedibili.
L’iscrizione nel registro degli indagati, sull’altro fronte dell’inchiesta di cui parlavamo, arriva dopo l’acquisizione di documenti e risultati periziali disposti dalla Procura nei mesi scorsi. Ora, sulla base di dati concreti, è possibile puntare il dito contro delle persone, che ai primi di ottobre saranno convocate e ascoltate. Il caso più eclatante è il crollo della casa dello studente, con 8 vittime, ma ce ne sono altri, come quello del palazzo di via Campo di Fossa con 27 vittime. La Procura ha un compito difficile, addirittura arduo: far luce su retroscena gravissimi, valutare documenti, testimonianze, dichiarazioni e i dossier tecnici degli anni, che sono più di uno, oscurati, nascosti, ignorati, occultati in modo sospetto. Un groviglio di episodi e azioni gravissimi, in cui non deve prevalare il giustizialismo, ma la giustizia che tutti reclamano e si aspettano. Per quanto sia possibile nel caso di edifici costruiti decenni orsono da persone scomparse o ormai vecchie.
Ma, viene notato, se la responsabilità penale sfuma nel tempo, la responsabilità civile resta immutata e passa da generazione a generazione. (Nelle foto Col: Il Procuratore capo Rossini, il baratro mortale di via Campo di Fossa, e come si costruisce oggi in edilizia antisismica)
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