La città guarda sbigottita

Pescara – (di Stefano Leone) – La politica non prende lezioni da nessuno, neanche da chi chiamato costantemente proprio dalla politica come esercente del potere, cioè il cittadino, urla a gran voce il proprio dissenso. A nulla è valso il grido di disaffezione espresso dagli elettori nell’ultima campagna elettorale, i cui echi non sono ancora spenti, che la politica dimostra ancora una volta un altro esempio di boria, livore fra le parti, tattiche e tatticucce da condominio per mantenere questa o quella posizione, tutto questo nei confronti di una città che sta a guardare inerme e sbigottita e, sempre più rimane scollata e disaffezionata a tutto ciò che riguarda la vita pubblica. Soprattutto ciò che di pubblico tocca con energia e possente prorompenza gli interessi di una città aspirante ad essere bella, moderna, sviluppata ed europea. Qui non si tratta di biasimare oppure elogiare questa o quella parte politica, qui si tratta di “imporre”, alla politica stessa, un atteggiamento comportamentale tale da fare in modo evidente gli interessi dei cittadini. Pescara ne ha più d’uno di questi contenziosi sui quali, proprio i cittadini, attendono risposte: il porto, le aree di risulta, un teatro che non c’è, un aeroporto che vola solo BBQ e ora anche questa querelle dell’ex Cofa. La politica tutta, dovrà prima o poi imparare a proprie spese, che la contrapposizione di idee e proposte per migliorare sempre più i tessuti sociale e del lavoro, sono necessari e fondamentali in una democrazia, altra cosa sono le beghe da circolo bocciofilo nelle quali gli unici a rimetterci sono proprio quei cittadini in nome e per conto dei quali la politica alza spesso i toni della contesa senza, peraltro, essere compresa.