Una sentenza, critico o non critico?


L’Aquila – (di Franco Taccia) – Qualche mese fa, non appena emessa la sentenza di condanna a carico dei componenti della “commissione grandi rischi” era immediatamente partita la gara dei partecipanti alla critica contro i Giudici che avevano osato tanto.
I piu’ solleciti, ovviamente, molti Politici, pronti a parlare di “sistema impazzito”.
Inutile dire che stampa e TV non parlarono di altro per giorni e giorni, riuscendo spesso, impresa non facile, a mistificare in molti casi la realta’ dei fatti, nel tentantivo maldestro di mostrare la Giustizia alle prese con la caccia alle streghe che dovevano essere messe al rogo perche’ non avrebbero comunicato ora, luogo, intensità e durata del sisma.
Che poi alla gente sarebbe servito soltanto non veder sottovalutare il rischio, niente. Delle telefonate che dopo anni sono diventate oggetto di indagine della Magistratura, nemmeno una virgola.
Altro processo, altri morti innocenti. L’incendio alla Thyssen. Sentenza d’appello che riduce le pene dal momento che non è stato addebitato agli imputati l’omicidio volontario.
Non sono un esperto di materia legale e ho controllato. L’omicidio colposo consiste nella soppressione di una vita umana ad opera di qualcuno, a causa di un fatto a questi imputabile.
L’assenza dell’intenzionalità lo distingue dall’omicidio volontario o doloso.
La Corte d’Appello di Torino ha modificato il giudizio di primo grado riducendo le pene, ritenendo appunto che non ci sia stato omicidio volontario con dolo eventuale ma omicidio colposo con l’aggravante della colpa cosciente.
Mi azzardo a cercare di spiegarmelo, non ad alta voce ma scrivendo.
L’azienda non ha mica voluto la morte degli operai, ha solo commesso degli errori sapendo di commetterli (?).
Sui giornali e alle TV poca roba, tranne qualche vergognoso commento sulla reazione dei parenti delle vittime. Valutazioni sulla sentenza non oso farne, come non ho osato per quella a carico della commissione grandi rischi.
Pero’ una cosa l’ho fatta.
Da due giorni ho cercato senza successo, certo per mia incapacità, di trovare una presa di posizione di qualche politico, magari anche di qualcuno che per un pugno di dollari sarebbe capace di cambiare maglia, bandiera, ideologia, anche il taglio dei capelli. Nulla.
L’unica persona che ha affrontato pubblicamente il problema, parlandone, è stata la Littizzetto, un comico in gonnella.
Gli Italiani sono sempre stati definiti un popolo di Santi, poeti, navigatori. Negli degli ultimi anni, anche di corrotti e corruttori (politici e non), grassatori di ogni tipo, trafficoni.
Fortunatamente c’è anche qualche comico e, per le pari opportunita’, qualche “comica”, in tutti i sensi.


04 Marzo 2013

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