Biasimo e scherno sul populismo
L’Aquila – Mai, come in questi giorni, la parte peggiore dell’informazione, video, cartacea , on line, ha sparso ondate di biasimo e di scherno sul “populismo” ed i suoi seguaci. Ma, ahime’, come sempre piu’ spesso accade quando sono tanti i galli che cantano il medesimo ritornello, tutti i menestrelli sono legati da un denominatore comune: una buona dose di ignoranza e superficialita’.
La parola, usata qui per disprezzo, in realta’ in passato si riferiva al pensiero, diffuso negli ambienti legati alla letteratura, che gran quantita’ di valori positivi fosse patrimonio del mondo popolare. Ovvio che i politici, quelli piu’ abili nello sguazzare nel torbido, cioe’ tantissimi, abbiano seguito a ruota e spesso preceduto i media nell’abusare del termine. Il passo con cui è stato utilizzato, impropriamente, per “dipingere” chi parla o veste fuori dagli schemi è stato velocissimo. E siccome l’ignorante, il rozzo, il furbastro, nel 101% dei casi è pure qualunquista, ecco che dare del “demagogo” al presunto “populista” e viceversa ha rappresentato l’epilogo del tentativo di demolizione. Figuriamoci con Grillo che col parlare a voce alta ci va a nozze.
Ma, nel titolo, si accenna a vergognosi privilegi.
Anche qui, la parzialita’ del trattamento è palese. un bisbigliuccio di qua, un piccolo accenno di la, ma una campagna quotidiana, continua, martellante contro chi si arricchisce o meglio, vive di rendita, grazie agli incarichi politici, si vede raramente e sempre con la fatidica conclusione:e, vabbe’, ma i problemi non sono questi , o altre “menate” del genere.
E allora nel nostro piccolo ricordiamolo che mentre la buonuscita di un lavoratore Italiano e’ stratassata quella di un parlamentare entra nelle tasche del medesimo “extravergine”, come l’olio d’oliva, e diamo pure qualche cifra.
Alla fine del mandato, poveracci, prendono un pensierino, un cadeau direi, pari all’80% dell’indennita’ lorda (mai aggettivo fu piu’ azzeccato) moltiplicato per gli anni di occupazione della poltrona. Tizia, dopo un mandato prendera’ circa 40.000 euro, una miseria. Caio e Sempronio, invece circa 140.000, pero’ dopo 17 anni, mica due settimane.
Chiaramente se mi azzardo a dire che mi sembra un tantinello esagerato, calcolando che non pagano in treno, in aereo, in gondola se vanno a Venezia, che se vogliono andare all’Olimpico a vedere Roma Lazio come minimo hanno unn posto vicino a Lotito o a uno dei presidenti della Roma, sono populista e anche qualunquista.
Sara’, ma mi sembra un pizzicchino ingiusto.
Intanto, prima di chiudere, vorrei ricordare una notizia diffusa con grande clamore nei giorni scorsi. Non c’entra nulla con populismo e privilegi, per carita’, ma credo che dovrebbe far riflettere.
E’ stato scoperto un finto cieco che dal 1998 ha truffato allo stato 120.000 euro prendendo un’indennita’ non dovuta. Circa 10.000 all’anno, 800 euro al mese, 27euro e 50 centesimi al giorno. Le indagini giustamente continuano per scoprire se ci siano state complicita’. Tutto giusto, chi ruba va punito.
Nel frattempo, scusandomi per il populismo che mi ottenebra, sarei lieto se qualcuno mi spiegasse quando verranno recuperate le tonnellate di miliardi che negli ultimi anni sono state fregate allo stato ad opera di furbi di ogni tipo, professionisti della truffa, dell’appropriazione indebita, del falso in bilancio e sopratutto quando verranno messi in galera gli autori, possibilmente buttando le chiavi delle celle, tanto per evitare di ritrovarli anziche’ sulle foto segnaletiche su qualche manifesto.
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