Abruzzo, tuoni e fulmini dalle urne
L’Aquila – (di G.Col.) – Dalle urne escono sempre sorprese. Talvolta ribaltoni ordinati da una voce di popolo che si esprime in due modi: gridando a squarciagola per Grillo, oppure tacendo immusonita e livorosa con l’astensione. Una micidiale miscela esplosiva. Così è stato, anche se nessuno aveva previsto così tanto… Ma, ormai si sa, esperti, exit poll e sondaggi sono roba da rottamare. Il mondo cambia, le urne sono buchi neri, ma al contrario: da quelli veri non esce nulla, in quelli elettorali entra di tutto.
A bocce ferme, e dopo che tutti hanno detto di tutto, qualche meditazione i lettori la gradiranno. Pacata. La politica ha impietosamente azzerato due padri della Patria, Marini e Pannella, abruzzese anche lui, anche se proiettato altrove. Ha tenuto nei recinti politici di spicco, la cui bocciatura è sonora, come la loquace (in tv) Paola Concia. Gli elettori hanno bocciato uno che si è sempre dato da fare come Lolli, e uno che puntava in alto fin dai tempi dell’elezione del sindaco aquilano, come De Matteis. Hanno detto no a Gatti e a Masci. Hanno detto sì a Piccone, Di Stefano, Pelino, Tancredi.
Il PdL perde, ma Berlusconi resta comunque uno che ha costruito una rimonta bruciante. Il PD è punito, tranne che a L’Aquila, dove la Pezzopane torna a fare suo un elettorato che le è fedele al di là di ogni novità . Un risultato sul quale Bersani e il partito dovranno meditare, sia perchè a suo tempo lo avevano promesso, sia perchè vincere nel PD non è stato facile per la tenace politica aquilana, subito pronta a sostenere: “Occorre un bagno di umiltà ”. Mica spocchia da vincitrice. Spocchia, invece, gironzola qua e là nel partito, il cui segretario Paolucci mette le mani avanti: “Non mi dimetto”. Mascitelli, molto rispettabile, si à già dimesso dall’IdV polverizzato dalla contiguità con Ingroia.
Il Cinque Stelle, inutile dirlo, è un vento incontenibile, conquista ed elegge, e in Abruzzo va alla grande, più che altrove. La senatrice Blundo si sente una lucina in un albero di Natale, e promette prima di tutto onestà . Mai, nella sua vita, avrebbe immaginato di essere, con la Pezzopane, uno dei due laticlavi aquilani. E mai lo avrebbero immaginato gli aquilani. Invece eccola lì, pronta per Palazzo Madama.
La politica ha finalmente capito la lezione? Ha metabolizzato ciò che non riusciva ad accettare? Si è resa conto che prima di tutto viene il lavoro, e poi tutto il resto? Le regionali bussano alle porte. Il vento di Grillo soffierà più forte, ora hanno ossigeno abbondante nei polmoni. Chi è capace di darsi una regolata, se la dia. Anche se alle regionali le cose portrebbero andare, e andranno di sicuro, molto diversamente, come insegnano Lazio, Molise e Lombardia. Era Roma che il popolo sovrano bramava di colpire, ed ha colpito con una possente Berta annidata tra i rancori della gente sfiduciata, spremuta dalle tasse, impoverita, disoccupata, precarizzata, stomacata da scandali, arroganze e dai miasmi di un palazzo ormai smozzicato e semidiroccato.Le tricoteuses hanno abbassato la testa e tornano a sferruzzare, in attesa del prossimo colpo di madama la ghigliottina.
Non c'è ancora nessun commento.