Morto Gran Sasso, un rinvio a giudizio
L’Aquila – Aveva lasciato l’amico inesperto in balia di una bufera di neve sul Gran Sasso, tanto da divenire corresponsabile della sua morte. Per questo motivo, il Gup ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo Paolo Scimia, escursionista aquilano in relazione alla morte di Massimiliano Giusti, anche lui dell’Aquila, avvenuta esattamente un anno fa sul Gran Sasso, dopo essere stato inghiottito dalla bufera di neve. La poca visibilita’ per lui era stata talmente fatale: l’escursionista non era riuscito piu’ ad orientarsi, cio’ aveva comportato la caduta per una decina di metri in un crepaccio. Secondo l’accusa Paolo Scimia, suo amico, lo avrebbe lasciato solo. Forse, se fosse rimasto con lui, la vittima avrebbe avuto la speranza di salvarsi. Ad aiutare le indagini la ricostruzione delle diverse telefonate inviate dai cellulari dei due escursionisti al 118 e ai soccorritori nel momento piu’ critico della vicenda. Ma anche i ricordi postati su Facebook e alcune interviste dello stesso Scimia hanno agevolato molto il lavoro degli inquirenti. Complessa e delicata l’attivita’ di indagine, svolta dagli investigatori dei carabinieri della stazione di Assergi (L’Aquila) e dell’Arma. Nelle fasi preliminari delle indagini sono state raccolte anche le testimonianze di alcuni giornalisti in qualita’ di persone informate dei fatti. Il processo e’ stato fissato il 27 settembre.
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