Eletti, il messaggio non cambia
Ora conosciamo i nomi degli eletti, ma il messaggio non cambia. Lo avevano spedito a chi doveva ancora essere eletto, ora ha nomi e indirizzi, meglio così. Il messaggio era: pensate al lavoro, al precariato, a chi stenta a vivere di pensione, alla disperazione di chi non ha ruolo, spazio presente e nemmeno ipotesi di futuro. Ce ne sono tanti in Abruzzo, e tanti nel cratere sismico, dove si soffre di più data la situazione difficile ma moltiplicata al quadrato.
Il vostro mandato, eletti, è complicato dall’attuale prospettiva di ingovernabilità . Era già difficile in partenza e a priori, ora diventa difficilissimo. Ma la sua forza non cambia, la sua drammaticità si aggrava. L’elettorato ha gridato la sua protesta e il suo smarrimento crociando mille e mille volte le cinque stelle, ma sa che per arrivare alle rivoluzioni e ai ribaltamenti, bisogna prima riempire la pancia, risolvere situazioni, garantirsi l’oggi e il domani. Non si fa nulla, se non il peggio, nella confusione e nella disperazione. E soprattutto oggi, nel momento più traumatizzante, occorre darsi allo sforzo di rimettere in piedi, anzichè demolire.
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