La Corte dei conti europea: “Nel dopo terremoto le case arrivarono in ritardo”
Bruxelles (Belgio) – Le abitazioni costruite con il contributo del fondo di solidarieta’ Ue per i terremotati dell’Abruzzo “non hanno risposto in modo tempestivo e con sufficiente capacita’ agli effettivi bisogni della popolazione”. Lo ha stabilito, riferisce l’agenzia AGI, la Corte dei conti Ue in una relazione sull’utilizzo del mezzo miliardo di euro dal fondo di solidarieta’, in particolare per il progetto case che ha assorbito 350 milioni. Secondo la Corte dei Conti, “circa il 30% (144 milioni) del contributo del Fondo sociale Ue e’ stato destinato a interventi sotto ogni profilo ammissibili ai sensi del regolamento istitutivo del Fondo. Invece, il progetto Case, sebbene rispondente alle effettive necessita’, non ha rispettato le specifiche disposizioni perche’ sono stati costruiti edifici permanenti invece di case provvisorie”.
Diverso il parere della Commissione Ue, alla quale spetta di chiarire le norme su questo tipo di finanziamenti e prendere eventuali decisioni in seguito alla relazione della Corte dei Conti di Lussemburgo. “Pensiamo che le critiche della Corte siano ampiamente infondate. Riflettono un’insufficiente valutazione delle sfide sul campo e aspettative irrealistiche riguardo alle autorita’ italiane a fronte di un disastro rilevante, con 308 morti, oltre 1.500 feriti e circa 70 mila persone che necessitavano di riparo e assistenza”. Secondo la Commissione, “il progetto Case in queste circostanze particolari ha pienamente rispettato le condizioni e gli obiettivi delle norme per il Fondo sociale Ue, visto che ha risposto alle esigenze immediate di migliaia di persone che non avevano casa in seguito al terremoto”.
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