Lettera a chi sarà parlamentare
Lo Stato (e non solo i partiti) ha ridotto milioni di giovani a elemosinare il primo dei diritti costituzionali: il lavoro. Ed ha ridotto milioni di persone che hanno lavorato a vivere di stenti e umiliazioni: tanti pensionati. Nel contempo, accorda pensioni d’oro ed emolumenti satrapici a grandi ladri e malfattori ai vertici del potere. Uno Stato simile è non solo degenere e sconcio, ma anche inguardabile. Quando lo Stato e i suoi governi producono simili risultati, è tutto sbagliato. Non sarà un caso che mezzo mondo è in crisi, ma l’Italia lo è di più. Non va taciuto che migliaia di persone, non solo giovani, vorrebbero andarsene all’estero. Mai accaduto.
L’emergenza è in atto, stiamo impoverendo e regredendo, ma soprattutto stiamo distruggendo il tessuto sociale tra precariato iniquo, disoccupazione, pensioni da fame, ingiustizie, carceri piene di sofferenza più che espiazione. E un oceano di corruzione. Spesso ci dicono, e ce ne accorgiamo, che l’Italia è il peggiore dei paesi europei evoluti. Un paese in cui il lavoro, lo spazio in cui semplicemente svolgere la propria vita e programmare il futuro, sono negati, è in drammatico declino.
Ci sembra che coloro che saranno parlamentari (li avremo anche se molti non voteranno, lasciando scegliere gli altri) abbiano un compito titanico. Questa letterina a chi sarà eletto in Abruzzo è solo un post, un appunto. Ma scotta non grazie alle nostre modeste parole, ma grazie agli argomenti, condivisi da una moltitudine di persone.
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