La questione morale e il rinnovamento
Roseto – Scrive Pio Rapagnà, Movimento città per vivere: “Negli ultimi 20 anni in Abruzzo è stato fatto un grande sforzo nel cercare di respingere in qualche modo i ripetuti tentativi di infiltrazione di alcune forme di criminalità politica, amministrativa e malavitosa rappresentate dalla corruzione, dal clientelismo, dal costo della politica e da distorte e incontrollabili modalità di gestione del denaro pubblico, che hanno fatto breccia.
Purtroppo anche in Abruzzo non hanno “mai” trovato la necessaria attenzione le “preoccupate e allarmate” relazioni annuali della Corte dei Conti sui risultati “disarmanti” delle verifiche effettuate sui bilanci e sulle attività degli Enti pubblici locali, Società strumentali, partecipate e controllate.
Pur in presenza di evidenti situazioni “anomale” di cattiva gestione, sperpero di denaro pubblico e facile corruzione, non tutte le realtà locali hanno preso seriamente in considerazione i ripetuti allarmi lanciati in questi anni specialmente dal Movimento Città per Vivere, che in Abruzzo ha cercato di fare il proprio dovere, non solo di testimonianza ma anche di lotta quotidiana sul campo.
Ci vuole più serietà e responsabilità nell’affrontare l’attuale situazione politica ed economica abruzzese, specie dopo il terremoto del 6 aprile 2009: il contesto che viviamo è drammatico, e non si può più parlare di crisi economica, di disgregazione sociale e della sfiducia che si infiltra nella società abruzzese senza attribuire “a ciascuno” le rispettive gravi responsabilità istituzionali.
E’ arrivato il momento di fare un bilancio “impietoso” di quanto si è verificato in Abruzzo, a cominciare, per esempio, dalla cattiva gestione delle risorse idriche e dei rifiuti solidi urbani, dalla mancata riforma degli enti strumentali della Regione, dai Trasporti, dalle ATER, dalla Sanità e dall’Agenzia Sanitaria Regionale, dalla FIRA, dai Consorzi Industriali, dagli Ospedali, dalle Scuole e dai Tribunali che cadono a pezzi: per evitare che, ancora una volta, si impedisca che possibili “nuove” soluzioni trovino “l’ascolto ed il consenso” per poter cambiare e rinnovare buona parte della attuale classe politica e amministrativa.
Cosa, questa, che “storicamente” è già accaduta prima e dopo “tangentopoli”, quando alcuni Comitati e Movimenti in prima fila, cercarono “disperatamente” di raccogliere le firme necessarie per promuovere alcuni “Referendum Regionali abrogativi” per tagliare e ridurre drasticamente i costi e gli sprechi della politica in Abruzzo.
In particolare, è dal 2006 che i Cittadini abruzzesi, attraverso la presentazione di specifiche Proposte di legge di iniziativa popolare e di Referendum regionali abrogativi, cercano di promuovere una effettiva “riforma” dal basso ed una forte e concreta riduzione dei “costi e degli sprechi della politica”. E’ stato chiesto, per esempio, il taglio e lo scioglimento dei circa 81 “Enti Strumentali” diventati inutili, Società in housing, partecipate e controllate della Regione, delle Province e dei Comuni, con i rispettivi Presidenti, Vice-Presidenti, Consigli di Amministrazione, Collegi Sindacali, Revisori dei Conti, Commissari straordinari, con tanto di emolumenti, gettoni di presenza, rimborsi spese, diarie, incarichi, consulenze e contributi a pioggia a destra e a sinistra.
In tale situazione, che è sempre più grave sul piano del debito pubblico e della facile corruttibilità, si dovrebbe affrontare concretamente la “questione morale” a partire dal taglio drastico degli sprechi e dei costi aggiuntivi di tutte le istituzioni regionali e con una “Riforma della attuale Legge Elettorale” con la quale si affermi un metodo più democratico per la selezione della classe dirigente, con la abolizione del “listino bloccato del Presidente”, l’abrogazione del finanziamento pubblico e dei rimborsi elettorali ai partiti, alle liste, ai Gruppi consiliari regionali già sufficientemente finanziati a livello nazionale.
Ci vorrebbe un “segnale forte” da parte dei Cittadini abruzzesi i quali dovrebbero fare sentire alta e forte la loro voce e, superata la fase della “generica indignazione contro tutti”, diano, finalmente e coraggiosamente, il loro sostegno personale e diretto a coloro che, come il Movimento Città per Vivere d’Abruzzo, si sono già impegnati in specifiche e ripetute iniziative di riforma della politica.
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