INGV e terremoti storici del Gran Sasso
L’Aquila – IL PIU’ FORTE NEL SETTEMBRE 1950 – (Immagine: una mappa sismica dallo studio Tertulliani) – L’Istitituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha dedicato ai terremoti storici del Gran Sasso un interessante intervento. Lo riproduciamo ritenendo che esista scarso materiale informativo su questo argomento, che invece dovrebbe essere maggiormente divulgato sia a L’Aquila e a Teramo, che nel resto dell’Abruzzo, del Reatino e del Piceno.
Ecco l’utile testo pubblicato dall’INGV: “Nel post pubblicato il 17 febbraio scorso, abbiamo scritto che l’area del Gran Sasso dove è avvenuto il terremoto di magnitudo 3.7 il 17 febbraio 2013 (ore 02:00:07 italiane) è stata interessata nel passato da terremoti piuttosto forti, anche se con magnitudo minore di 6: tra questi si possono ricordare i terremoti del 5 settembre 1950 di magnitudo Mw 5.7 e quello dell’8 agosto 1951 di magnitudo Mw 5.3, tutti raccolti nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI11, http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/) e rappresentati nella mappa dei terremoti storici.
Abbiamo chiesto ad Andrea Tertulliani – continua sempre l’INGV – sismologo storico dell’INGV ed autore di uno studio sui terremoti storici di quest’area di scrivere qualcosa a riguardo.
Il biennio 1950-1951 vede l’area del Gran Sasso e dei Monti della Laga sede di un’attività sismica abbastanza intensa, culmine della quale è il terremoto del 5 settembre 1950 (ore 04.08 UTC) di Mw 5.7. Secondo i cataloghi sismici nazionali questo evento è il più significativo di quelli con origine nell’area, che nel complesso è sede di una moderata attività sismica.
La scossa principale fu preceduta di pochi minuti da una forte scossa avvertita in molte località. Lo scenario degli effetti vide due vittime e un centinaio di feriti, oltre ad una estesa area di danneggiamento tra le province di Rieti, Teramo, Pescara e Ascoli Piceno. Alla scossa del 5 settembre 1950 seguirono diverse repliche: tra queste le più significative furono quelle del 18 settembre 1950 con lievi danni nell’area di Montereale, quella dell’8 marzo 1951 con danni nell’area di Pizzoli e Campotosto e quella del 21 maggio 1951 con lievi danni nell’area di Campli.
L’8 agosto 1951 (ore 19.56 UTC) un altro forte terremoto Mw 5.3 colpì le stesse aree provocando nuovi e diffusi danneggiamenti in diverse località.
L’evento del 5 settembre 1950 interessò abitati che già avevano subito gli effetti del forte terremoto del 3 ottobre 1943 delle Marche meridionali (prov. di Ascoli Piceno) che ebbe una intensità all’epicentro pari all’VIII-IX MCS, e causò gravi danni anche nel teramano. A rendere più severi gli effetti del terremoto vi era inoltre lo stato della maggior parte degli edifici, che, per mancanza di manutenzione dovuta alla povertà e alla guerra, non erano certamente in buone condizioni. Al proposito, Di Filippo e Marcelli nel 1951 asseriscono ”… le case sono malsicure ed assolutamente inadatte a resistere ad un terremoto”.
L’intensità massima dell’evento del Gran Sasso risultò essere dell’VIII grado MCS per 14 località distribuite tra le provincie di Teramo, Rieti e L’Aquila, entro una fascia orientata circa Est-Ovest posta tra il Lago di Campotosto e la valle del Vomano, dove avvennero diversi crolli e molti gravi danni soprattutto nelle località di montagna.
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