A cosa serve discettare sugli sciami?


Di questi tempi si è soliti, forse perchè tutti ansiosi, logorati, nevrotici e aggressivi (in sostanza, tutti deboli e fragili) polemizzare su ogni cosa. Così facendo si perde tempo, ci si esibisce in inutili profluvi oratori per niente ciceroniani, e si fa finta di capire qualcosa. Anzi, peggio, si fa finta di sapere, di avere idee. L’ultimo spunto polemico riguarda la serie di scosse di terremoto tra Aquilano e Teramano, che peraltro è continuata anche oggi 20 febbraio.
Nessuno capisce quale importanza possa avere stabilire se sono sciami o no. A chi sceglie di sprecare fiato e parole, basta ricordare poche cose certe. Il terremoto è imprevedibile. Una serie di scosse porta ad un terremoto forte, ma non sempre. Dovremmo saperne qualcosa, da queste parti, ma fingiamo di non saperlo. Esistono coincidenze temporali tra terremoti, tant’è vero che se ne hanno altri, in questi giorni, in Val Nerina e nel Reastino. Non è dimostrato che un sisma possa causarne altri, ma non è neppure escluso, tant’è vero che molti sismologi nel mondo studiano proprio questa ipotesi. E’ ben noto che tutto l’Appennino è come un’immensa faglia con migliaia di faglie minori collegate a quella principale, o generate in prossimità. Ergo, bisogna organizzarsi, prepararsi, costruire bene. E predisporre aree di accoglienza adeguate, creare un’educazione sismica, informare la gente, mai rassicurare, mai allarmare. Solo dire la verità sempre e a tutti.
Forse quest’ultimo imperativo dà fastidio e pesa, specie ai politici? Temiamo una risposta affermativa.



20 Febbraio 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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