L’intelligenza non si diffonde per contagio


L’Aquila – …E NEPPURE SALE LUNGO LA SCHIENA DI CHI SI SIEDE DOVE C’ERA QUALCUNO PIU’ BRAVO – (Immagine in evidenza da loggiagiordanobruno.com e foto di Einstein) – Scrive Franco Taccia: “Gentile Direttore il Suo giornale, per fortuna o purtroppo, a seconda di chi legge, quotidianamente divulga fatti, opinioni, schegge di vita di tutti i giorni, cose normali e assurde, a seconda dei protagonisti.
Poi, uno legge e si fa un’idea. Detto questo e visto che da sempre e da quattro anni in particolare, piaccia o no, il terremoto s’è preso un posto in prima fila, appunto su terremoti ed eventi connessi vorrei fare alcune considerazioni.
Prima pero’ mi piacerebbe ricordare, non a Lei ovviamente, che l’intelligenza, la capacita’ di agire, di occupare un posto di responsabilita’, non si diffondono per contagio, come la peste per capirci e neppure si propagano come il calore, per conduzione, cioe’ da un corpo solido ad un altro, posti a diversa temperatura e a contatto fra loro, per convezione quando la propagazione avviene nei fluidi, dove il calore si propaga per spostamento di materia o per irraggiamento quando la trasmissione del calore tra due corpi avviene attraverso le radiazioni emesse da una sorgente, anche se fra i due c’è il vuoto.
Ma che c’entrano la fisica e la peste? C’entrano, purtroppo, perche’ non essendosi verificate le ipotesi descritte e non potendo ipotizzare che cio’ succeda a breve, continuiamo a tenere le persone sbagliate nel posto sbagliato, nel momento meno opportuno. Pensando che se uno siede dove stava uno in gamba, magari 20 anni prima, per qualche strano fenomeno , attraverso i glutei del prescelto passi il sapere di chi l’ha preceduto, come una sorta di fluido benefico. Ovvero , detto piu’ prosaicamente, se uno è pittore continui a dipingere, se fa il cuoco continui con le braciole e se è ragioniere pensi a tenere la contabilita’ a chi gli affida l’incarico.
Sono anni che sent(o)iamo parlare i soggetti piu’ disparati di prevenzione, misure da attuare, interventi da realizzare ma di affidare la supervisione di tutto cio’ che riguarda l’argomento in questione ad un esperto vero non se ne parla.
Qui si continua a non capire, o peggio si finge, che un conto e’ la prevenzione e un conto l’intervento postumo per portare conforto a chi non e’ morto.
Qui si continuano a spendere soldi ed energie creando i presupposti per cui, se dovesse capitare nuovamente qualcosa di brutto, l’unica certezza resta quella che da qualche parte c’è una tenda riscaldata.
Nelle altre nazioni fanno le esercitazioni, e’ vero, ma nelle altre nazioni a occuparsi di cataclismi, di sciagure, di esondazioni, di frane, di terremoti ci sono geologi, ingegneri, fisici, scienziati, comandanti del corpo dei Vigili del Fuoco. E nelle altre nazioni non si sono verificate le cose sulle quali si è gia’ pronunciata la Magistratura. E sopra tutto, fuori dall’Italia, chi sbaglia o si mostra totalmente incapace, ha il buon gusto di scomparire dalla circolazione. Da noi invece organizza “conventions” per parenti, amici, o semplici condomini, per riciclarsi alle prossime elezioni, magari promettendo di impegnarsi per far aprire una farmacia comunale o un ufficio oggetti smarriti, tanto per elemosinare qualche preferenza.
(Ndr) - Aggiungeremmo pacatamente all’arguzia di Franco Taccia che, anche ammettendo diffusione di intelligenza per contagio, non vi sarebbero grandi rischi di “ammalarsi”. Il pericolo di diventare intelligenti stando vicino agli altri potremmo correrlo solo se tornasse in vita Einstein e fosse tanto poco accorto da tornare a vivere in Italia, dove soggiornò in gioventù. Difficile che accada, anche dando per scontati i viaggi nel tempo ipotizzabili dalla relatività….


19 Febbraio 2013

Categoria : Dai Lettori
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