Abruzzo, molti casi tratta esseri umani


Martinsicuro – In Abruzzo, nei settori dell’artigianato e dell’industria, dell’agricoltura e dell’edilizia, tra il 2007 e il primo trimestre del 2009, sono stati 41 i casi di migranti vittime di tratta degli esseri umani finalizzata al grave sfruttamento lavorativo individuati di recente dall’associazione On the Road di Martinsicuro. E’ quanto e’ emerso questa mattina nel corso del seminario dal titolo ‘Tratta di esseri umani e sfruttamento lavorativo: Operare in sinergia per tutelare le vittime e combattere la criminalita” svoltosi a Martinsicuro. Questo risultato e’ stato possibile grazie alla collaborazione tra forze dell’ordine, ispettorato del lavoro e procura della Repubblica che hanno affidato le vittime alla tutela della On the road. Tra marzo del 2000 e il luglio 2009 l’associazione ha assistito nel loro percorso di reinserimento sociale e lavorativo oltre quattrocento persone vittime di tratta ma, se fino a pochi anni fa il fenomeno era collegato ai circuiti dello sfruttamento sessuale, oggi appare in crescita lo sfruttamento lavorativo di giovani stranieri. Arrivano dal Pakistan, dall’India, dalla Cina, dal Nordafrica, dall’Est Europa, attirati qui con la promessa di un contratto da mille euro al mese e la speranza di aver finalmente l’occasione per dare una svolta alla propria vita. “Il territorio della provincia di Teramo – spiega Marco Bufo, direttore di on the Road – e’ gia’ un laboratorio e ha gia’ sperimentato buone pratiche. L’approccio “multi agenzia”, ovvero l’impegno a contrastare il fenomeno del grave sfruttamento e talvolta della riduzione in schiavitu’ attraverso la collaborazione sinergica di forze dell’ordine, ispettorati del lavoro, procura, organizzazioni sindacali, enti locali e associazioni ha gia’ prodotto risultati importanti. Nel 2005 e’ stato attivato un protocollo promosso dalla Procura di Teramo e da On the Road, con il coinvolgimento di tutte le forze di polizia, per definire le procedure di identificazione delle vittime di tratta. Quel protocollo – ha concluso Bufo – e’ stato preso a modello dalla Direzione Nazionale Antimafia e proposto a tutte le Procure come strumento di lavoro. Con gli elementi scaturiti dal seminario di oggi quel protocollo potra’ essere aggiornato e ulteriormente condiviso”.


24 Settembre 2009

Categoria : Cronaca
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