Vittorini per quattro volte chiede verità per morte aquilani il 6 aprile 2009


L’Aquila – Il Consiglio comunale dell’Aquila di oggi è stato un Consiglio come tanti in questi mesi post terremoto. Tensioni, forzature, assenze, opposizioni, distrazioni, strappi ed accordi di partito per tornare alla carica nelle future occasioni. Come da quattro anni a questa parte l’unità di intenti è una chimera per la città dell’Aquila.
Una cosa però la cronaca politica deve registrare. Il consigliere comunale, lista civica L’Aquila che Vogliamo, Vittorini Vincenzo ha introdotto tutti e quattro i suoi interventi di cinque minuti con la stessa premessa: la necessità di ripristinare la legalità in città e la necessità di avere amministratori capaci di assumersi le responsabilità nel bene o nel male perché l’esempio che si da è un aspetto educativo prioritario nel contesto in cui viviamo.
Lui stesso ha definito questo nuovo atteggiamento come un nuovo inizio. Ogni suo intervento, anche in futuro, come un disco rotto o meglio come una “goccia cinese”, richiamerà l’attenzione del consiglio e quindi della città, sulla necessità per la comunità dell’Aquila di far emergere tutte le responsabilità per la morte degli aquilani il 6 aprile 2009, a tutti i livelli, prima di ricostruire o ipotizzare di ricostruire una città in tal senso distratta.
Si riporta integralmente la premessa dei suoi interventi: “Prima di parlare degli argomenti di oggi all’odg del Consiglio comunale devo fare una comunicazione importante. Questa città non può e non deve assolutamente continuare a chinare la testa di fronte alla non ricerca, a tutti i livelli, delle responsabilità per la morte di 309 concittadini. Bisogna cercare la verità a tutti i costi senza se e senza ma perché altrimenti questa città non potrà mai tornare a vivere. Con forza chiedo che non si ponga un velo sull’accertamento della verità ma che vengano finalmente scoperchiati tutti i coperchi che tengono in un abisso buio la verità di cui tutti abbiamo bisogno, ma più di tutti ne ha bisogno l’intera comunità per ripartire. Diversamente, è inutile parlare di tutte le problematiche della città. Deve emergere tutto ciò che è stato commesso e/o omesso prima di quella maledetta notte del 6 aprile 2009. Senza paura bisogna accertare la verità a tutti i livelli. Qui all’Aquila, dal 6 aprile 2009, si sta conducendo una battaglia storica sulla legalità di cui forse nessuno si è reso conto. Sarò un disco rotto e lo ripeterò all’infinito finché qualcuno non si chiederà il perché. Almeno lo spero. E’ un atto di civiltà ed è per un atto di civiltà che sto dicendo queste cose. Sarò la “goccia cinese”. Una goccia dopo l’altra finché non si cambia. La goccia che scava la pietra.”


14 Febbraio 2013

Categoria : Politica
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