Vasto, scegliere tra i containers e l’ambiente?


Vasto – PRIMO PASSO VERSO LO SVILUPPO DEL PORTO DI PUNTA PENNA- (Foto: i primi contaniners sbarcati oggi e a fianco la meraviglia di Punta Aderci) – Oggi via al servizio, in via sperimentale per tre mesi, del nuovo modello di trasporto via Adriatico mediante containers: è la prima volta per il porto vastese, che aspira ad un non impossibile raddoppio. Dai costi, per il momento, davvero rilevanti: si parla di 140 milioni. A Vasto è arrivata questa mattina una nave portacontainers della Maersk Line, che, in base ad un accordo con la Confindustria, porterà verso Trieste i containers riempiti a Vasto, e destinati ai mercati globali. I containers, scatoloni di acciaio a forma di parallelepipedo dalle misure standard – quindi caricabili su ogni nava cargo – sono ancora oggi il metodo intermodale di spedizione delle merci più usato al mondo, non solo via mare. Da Vasto, fino ad oggi, partivano camion, furgoni, treni: trasporto lento, costoso, senza molte speranze di sviluppo verosimile. Basta guardare i lunghissimi treni merci sulla ferrovia adriatica, carichi di furgoni Ducato, che passano numerosi ogni giorno diretti verso nord. Solo una parte della produzione Sevel adopera il mare per arrivare dove deve. Tempi sorpassati.
Erano presenti, tra gli altri, il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, i sindaci di Vasto e Cupello, Luciano Lapenna e Angelo Pollutri, i consiglieri regionali Nicola Argirò, Antonio Prospero, Giuseppe Tagliente ed Emilio Nasuti, il neo presidente dell’AssoVasto Marcello Dassori, l’ex presidente del Coasiv Fabio Giangiacomo, il comandante del porto D’Urso, rappresentanti del mondo imprenditoriale.
L’uso dei containers significa ammodernare e rendere più spedito ed economico l’invio delle merci, che fino ad oggi debbono essere trasportate verso i grandi porti di smistamento via terra. Il porto di Vasto è in crisi e si registra, anche nel 2012, un calo del movimento, la cui ossatura è rappresentata appunto dalla produzione di alcune grandi aziende della zona. Ma certamente non basta.
Il progetto è il raddoppio, sempre che si appianino i problemi amnbientalistici vista la vicinanza di aree protette di grande valore. C’è chi confida nel buon senso, e chi giustamente afferma: niente e nessuno potranno fermare o impedire lo sviluppo del porto, se i progetti saranno rispettosi dei valori ambientali. Il che è possibile, naturalmente, pur con certe rinunce.
Purchè non trascorrano anni, ovviamente. Il trasporto detto intermodale avviene, in Abruzzo, per ora, nel porto di Ortona.


14 Febbraio 2013

Categoria : Economia
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