Clown e saltimbanchi non bastano
Pescara – I DATI NAZIONALI E LOCALI SULLA CRISI DEL COMMERCIO SONO DA INCUBO – Il dato totale sulla chiusura delle aziende l’anno scorso è stato superiore del 2,2% al record toccato nel 2011. I dati Cerved (il gruppo specializzato nell’analisi della situazione finanziaria delle imprese) parlano chiaro, le imprese italiane non vedono ancora la luce in fondo al tunnel. E’ quanto scrive Pescara Capoluogo d’Abruzzo, che aggiunge: “Il 2012 si è confermato come l’anno più duro della crisi per il numero di imprese che hanno chiuso: tra fallimenti (12mila), liquidazioni (90mila), procedure non fallimentari (2mila) sono state 104mila le aziende italiane perse.
E se il dato nazionale è drammatico, quello di una città fondata sul commercio è da incubo.
“L’importante è che Sanremo abbia avuto un boom di ascolti – ironizza il presidente di Pescara Capoluogo d’Abruzzo, ad un incontro con alcuni commercianti della zona nord della città – Proprio questa mattina ho appreso che due associazioni di categoria avrebbero proposto al Comune di Pescara di organizzare mini-eventi per le vie più commerciali, al fine di rilanciare gli acquisti. Mi chiedo cosa ingeriscono per partorie simili bislaccate e mi chiedo cosa hanno in testa gli assessori che hanno espresso il loro consenso.
Il commercio è in crisi per mancanza di soldi, per mancanza di servizi e per un’eccessiva pressione fiscale.
Anzichè puntare su clowns, saltimbanchi, giocolieri e musici – conclude il leader dei biancazzurri – questi personaggi senza autore, dovrebbero LAVORARE SERIAMENTE cercando di risolvere prima questi problemi e poi operare per la rivitalizzazione delle vie. Di tutta la città e non solo delle canoniche vie dello shopping”.
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