La UE finanzia il “life+praterie”
L’Aquila «E’ motivo d’orgoglio per il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga l’approvazione, da parte dell’Unione Europea, di un progetto destinato ad influire efficacemente sul fragile equilibrio tra le necessità legate alla conservazione dei preziosi habitat delle praterie e le attività antropiche a queste collegate». Così si è espresso il Direttore dell’Ente, Marcello Maranella, nella conferenza stampa di presentazione del progetto, avvenuta questa mattina ad Assergi con la partecipazione della coordinatrice interna Pina Leone e della project manager Annette Mertens.
“Praterie” ha un budget di circa 1.680.000 €, finanziato per il 50 % dalla UE. Di durata quinquennale, vede l’Ente Parco come unico beneficiario e coordinatore, coinvolgendone pertanto tutti i servizi operativi. L’area di progetto coincide con il grande altipiano di Campo Imperatore, oltre che con alcune aree minoritarie dei Monti della Laga che, analogamente al primo, sono interessati da habitat elencati nella direttiva europea “Habitat”.
Presupposto del progetto è la considerazione che le praterie d’alta quota subiscono crescenti minacce di degrado a causa di diverse problematiche. Da un lato, le pratiche di pascolo estensivo, mantenutesi per secoli, hanno subito cambiamenti socio-economici tali da non essere più correttamente attuate, quando addirittura abbandonate a causa della scarsa redditività. Il problema è molto diffuso sui Monti della Laga mentre, per il Gran Sasso, si registra il problema opposto: a causa di radicate pratiche di conduzione del bestiame, le attività di pascolo si concentrano esclusivamente nelle aree dove sono disponibili ricoveri ed abbeveratoi, a discapito di altre. La crescita di specie erbacee spontanee degrada queste ultime, mentre le prime soffrono le conseguenze dell’eccessivo calpestio e dell’erosione del suolo.
Anche il turismo e le abitudini dei visitatori costituiscono una minaccia diretta per le praterie. Alcuni sentieri sono degradati dall’eccessivo calpestio, ma risultano particolarmente gravi per i pascoli pratiche quali il parcheggio dei motoveicoli sui prati o l’attraversamento degli stessi da parte di fuoristrada e motociclette, unitamente all’abbandono dei rifiuti in aree di pregio ambientale.
Per ovviare a tutte queste problematiche, il progetto si prefigge allo stesso tempo l’incoraggiamento di adeguate pratiche di pascolo ed una più oculata gestione dei flussi turistici. Per quanto attiene alle prime, in sinergia con i nove comuni ricadenti nell’area di progetto e con le associazioni di categoria, sarà avviato un processo di negoziazione per armonizzare i regolamenti di pascolo con le attese di tutela, in aggiunta ad azioni di infrastrutturazione che vedranno la creazione di abbeveratoi, la recinzione dei laghetti d’alta quota e l’installazione di recinti e ricoveri per vitelli e ovini, garantendo agli allevatori tutta l’assistenza tecnica necessaria a recepire il nuovo corso.
Per gli aspetti legati alla gestione turistica, nell’ambito del progetto si provvederà a restaurare 10 km di rete sentieristica, a creare otto aree di parcheggio per autoveicoli e camper e ad installare una specifica cartellonistica per orientare i turisti e fornire al pubblico le informazioni utili. E’ prevista, infine, una divulgazione itinerante di buone pratiche per gli allevatori, con l’apertura di punti informativi in quattro punti strategici del Parco, e con essa attività di informazione e sensibilizzazione civica.
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