Sentenza D’Alfonso: tanti a fiato sospeso
Pescara – (di Stefano Leone) – Si è quasi fermata mezza città; l’altra metà era in attesa del tam tam della notizia che si sarebbe propagata a macchia d’olio. L’attesa era per le sorti dell’ex sindaco della città adriatica, Luciano D’Alfonso che oggi, dopo 4 anni di percorso giudiziario, è arrivato a conclusione. Le previsioni temporali erano orientate intorno alle 12.30 ma l’attesa, in un Palazzo di Giustizia apparentemente sonnacchioso in un freddo lunedi mattina, era iniziata già da oltre un’ora. I minuti che man mano avvicinavano lo scandire del tempo all’ora prevista ha fatto riempire l’aula in men che non si dica. Il pubblico era davvero cospiquo; telecamere, microfoni e taccuini come per le occasioni da non poter perdere; l’attesa viene ingannata con i commenti sulla notizia choc, che ha sorpreso tutti a tal punto che qualcuno ha pensato fosse una bufala: le dimissioni del Pontefice. Qualche avvocato scherza con i giornalisti, mentre Guido Dezio, l’altro imputato eccellente, cerca di mascherare momenti immaginabili, per un imputato che attende la sentenza, camminando fra i banchi dell’aula con movenze pacate e quasi da apparire, nel contesto, al rallenty. Poi, un commesso avverte gli avvocati in aula che la Corte sta per uscire; veloci nell’indossare la toga e nel prendere posto che la Corte esce in fila ordinata. Il silenzio, nell’aula incombe “fragoroso” tanto da far percepire perfino lo sfogliare dei taccuini. Prima di iniziare la lettura la Presidente della Corte temporeggia qualche secondo, manca il Pubblico Ministero, il grande accusatore che non aveva mancato di calcare la mano nelle richieste di condanna, Gennaro Varone il quale, esce da una porta laterale e, non appena prende posto, tutti in piedi ad ascoltare. La voce della Presidente, Antonella Di Carlo, è pacata e cadenzata: “…questa Corte assolve…” e snocciola tutti i punti dei capi d’accusa e i nomi di riferimento degli imputati. Al termine, come abbiamo già pubblicato quasi in tempo reale in altra parte del nostro giornale, tutti assolti e dissequestrata anche la villa di D’Alfonso a Manoppello. Al termine della lettura risulterà assoluzione per tutti gli imputati su tutti i reati contestati. L’aula esplode in un applauso forsennato che arriva dalla parte dove era assiepato il pubblico fino a quel momento composto e col fiato sospeso. La Corte si defila e sparisce in un battibaleno ma nessuno fa più caso a loro, anche il Pm Gennaro Varone, composto e tranquillo non tradisce emozioni ed esce dalla porta laterale dalla quale era entrato scomparendo prima che la bolgia aggredisca totalmente l’aula. D’Alfonso, non presente in aula, si dice abbia seguito le fasi della lettura collegato in diretta con i suoi fedelissimi, mentre si trovava circondato dalla famiglia nel santuario del Volto Santo di Manoppello, luogo a lui molto caro e amico da sempre dei frati che lo gestiscono. In aula, notati molti ex assessori e consiglieri dell’ex Giunta D’Alfonso alcuni dei quali, ancora oggi in carica in Consiglio comunale, fra le file dell’opposizione all’attuale Giunta Mascia. Nel gran trambusto che si è scatenato nell’aula intercettiamo Guido Dezio al quale chiediamo:
- Dezio, comprendiamo il suo stato d’animo, ma un commento a caldo è d’obbligo per un momento atteso da quattro anni
“Mi hanno sempre insegnato che ci si difende nell’aula di tribunale e che le sentenze si rispettano; lo avrei detto anche in caso contrario, avrei riletto la sentenza e avremmo fatto ricorso convinti delle nostre ragioni. Io non devo commentare questa sentenza, sono solo contento di quello che è accaduto, ancora incredulo, che mi ridà cinque anni di vita e la serenità che avevo perso.
- Cosa accadrà ora per il futuro?
“Torno al mio lavoro, alla mia vita di sempre, non deve accadere nulla di particolare”.
- Per quanto riguarda D’Alfonso cosa pensa accadrà?
“Non lo so; questo lo deciderà lui in totale autonomia così come è giusto che sia”.
Visibilmente provato anche se composto e pacato nell’esprimere la sua soddisfazione, Dezio viene sommerso da parenti e amici che vogliono testimoniare la loro vicinanza. Fra loro intercettiamo Moreno Di Pietrantonio, Capo gruppo del PD in Consiglio comunale al quale chiediamo di esprimere il suo parere sulla sentenza:
“La giustizia evidentemente ha avuto ragione. E’ prevalsa e ha scritto un parola di chiarezza su tutta la vicenda andata avanti per tanto tempo e soprattutto su quella amministrazione, quella di D’Alfonso, nella quale tutto è stato fatto correttamente. Ora si guarderà avanti e credo si tornerà a fare la politica come è sempre stata fatta nell’interesse dei cittadini.
- Proprio per guardare avanti in molti si chiedono che cosa accadrà ora con D’Alfonso nuovamente in pista?
“Io credo non accadrà nulla di particolare; credo che Luciano, (D’Alfonso Ndr), continuerà a fare ciò che ha sempre fatto e che gli piace fare, cioè la politica”.
Nel fragore del mormorio che ormai non ha più controllo, fra pacche, abbracci e strette di mano, individuiamo fra tante persone Germano D’Aurelio, noto come Nduccio, il famosissimo cabarettista pescarese noto non solo in Abruzzo. Nduccio è fra gli amici più sinceri e di lunga data di Luciano D’Alfonso, è visibilmente commosso ma comunque tranquillo nell’esprimere il suo giudizio:
“Chi è senza peccato scagli la prima pietra, – attacca filosofeggiando Nduccio ma con quel suo accattivante sorriso sincero -, anche Luciano D’Alfonso, amico carissimo da lungo tempo, avrà fatto degli errori come tutti noi ne facciamo tutti i giorni, ma la sentenza ha stabilito che non ha colpe”.
- Svaniscono tante ombre con questa sentenza?
“Una gestione non solo cristallina ma della quale ne fa testimonianza in numero di opere stesse che la città di Pescara annovera. La giustizia dunque ha raggiunto il suo verdetto che parla di assoluzione totale. D’Alfonso è il motore della politica, è una intelligenza che non possiamo permetterci di perdere e, dunque, è a disposizione nuovamente per tutta la collettività”.
- Cosa accadrà nel futuro di Luciano D’Alfonso?
“Credo che qualcuno dovrà preoccuparsi; Luciano D’Alfonso avrà un fischietto e dovrà dire una frase che aspettiamo da tempo: la ricreazione è finita, ricominciamo a lavorare”.
E se questo non è parlar chiaro!
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