Domani la sentenza su D’Alfonso
Pescara – (Foto: D’Alfonso quando era sindaco ed esponente di alto rilievo nel PD abruzzese) – Domani il tribunale presieduto da Antonella Di Carlo emetterà la sentenza sull’ex sindaco Luciano D’Alfonso, sul dirigente comunale Dezio, sugli imprenditori Carlo e Alberto Toto e su altri venti imputati nel processo detto “delle tangenti”. La sentenza dovrà decidere se tangenti, appunto, furono, o se le accuse sono infondate. Il processo cominciò nel 2011. Ha avuto quasi 600 testimoni e una lunghissima serie di udienze, sempre di lunedì. In sostanza, i giudici debbono stabilire se l’ex sindaco ebbe dagli imprenditori benefici e denaro, che per la difesa non furono mai corruzione, ma gesti di amicizia vista la lunga contiguità tra l’allora potente uomo politico pescarese ed esponenti della grande imprenditoria. Ben diversa la posizione dell’accusa, secondo la quale il potente sindaco chiedeva e gli imprenditori davano a piene mani.
Tutto della vita dell’ex sindaco è stato messo sotto la lente di ingrandimento ed esaminato, a cominciare dai suoi conti e dalle sue risorse.
La sentenza, quale che sia la verità giudiziaria che domani conosceremo, arriva alla vigilia delle elezioni, ma la data era prevista ben prima che fosse fissata la data del voto. Riguarda un personaggio di grande profilo, Luciano D’Alfonso, che a Pescara e non solo molti ancora apprezzano. Se non vi fosse stato l’arresto, all’inizio dell’inchiesta, e la conseguente lunghissima vicenda giudiziaria, D’Alfonso sarebbe stato uno dei leader politici abruzzesi, in posizione di grande evidenza nell’area di centrosinistra. Avremmo avuto una regione sicuramente diversa e oggi liste parlamentari diverse. La storia politica moderna in Abruzzo sarebbe stata differente.
Il grande accusatore, il pm Varone, vive vigilato e probabilmente anche sotto scorta. Di recente, come egli stesso ha denunciato, ha ricevuto lettere e messaggi oltraggiosi.
Non c'è ancora nessun commento.