Piazza d’Armi, il domani (per ora su carta)
L’Aquila – (di G.Col.) – LA CITTA’ NON PIU’ CENTRIPETA ACQUISTA NUOVE DIMENSIONI E SCENDE DALLA ROCCA – (Foto: vari scorci del progetto per Piazza d’Armi comparsi sui siti Internet) – Oggi al cospetto di una gran parata di ministri e autorità , progettisti e politici (le elezioni imminenti spingono tutti verso la tentazione dell’esibizione gloriosa) è stato presentato il futuro (per ora su carta) della città divenuta, da centrìpeta, policentrica.
Un tempo L’Aquila era il suo piccolo e raccolto (ma delizioso) centro, che non c’è più e affonda tra cantieri (promessi), barriere, transenne, impalcature, gru, puntellature, muri smozzicati, facciate spaccate. Oggi ha diversi centri, estesi fino a chilometri di distanza dall’area originaria. Tanti piccoli centri, uno dei quali, piaccia o non piaccia, è via Leonardo da Vinci, a Pettino; un altro è localizzabile verso la Meridiana, un altro ancora verso l’Aquilone o Sassa, e così via. Tante città sparse, in cui la gente si ritrova a malapena.
Piazza d’Armi sarà secondo il progetto che è stato scelto, e mostrato, il centro moderno, quello più prossimo all’antica rocca dominata dal castello spagnolo, murata, dentro la quale c’erano i Quattro Cantoni, le piazze, le fontane, i palazzi, i corsi, le chiese, gli uffici, i centri di potere politico, le sedi delle istituzioni, le banche, i locali. Insomma, la città . Quello a valle sarà il centro immerso nel verde, il luogo di incontro e trattenimento, con commercio, cultura, sport, mercato, centri direzionali e alcuni uffici. Piazza fu, quella detta d’Armi, e piazza sarà , ma verde, racchiusa da strutture biancheggianti, porticate, pedonalizzate. Il progetto è sicuramente molto bello e punta a esaltare la centralità dello spazio vuoto e verde, attrezzato e vivibile, con attorno palazzi e prospettive ariose, non incombenti e mai ossessive. Più cielo e terra, che cemento o vetro.
Tutto ciò , oltre che elettorale (ma ormai certe abitudini sono inestirpabili e quasi accettate dai più), è promesso su basi solide: i soldi ci sarebbero, anzi ci sono, le idee hanno preso forma, gli annunci sono stati fatti. I lavori sulla viabilità proseguono, se si continua a garantire che finiranno entro il 2013. A dire il vero nei cantieri si scorgono poche persone e macchine ferme, ma gli annunci danno “certezze” differenti. Rotatorie, stradoni, anelli stradali, bretelle tra la 17 e la 80, spostamento del casello autostradale, e chi più ne ha più ne metta. La gente, raccomandano i portavoce e gli intervistati dell’amministrazione comunale, deve solo aver pazienza. Sopportare i disagi.
Dopo aver sopportato per decenni una città impossibile, ferma al dopoguerra, senza strade, senza regole, soffocata dal traffico caotico e incontrollato, e per di più umiliata da una serie faraonica di incompiute incredibili (tipo metropolitana), per gli aquilani “aver pazienza” per qualche mese sarà una passeggiata di salute. Il problema è credere che sarà davvero così, provenienti da esperienze e delusioni costruite su chiacchiere, presunzioni e bugie. Ma la vera forza è non disperare. E inoltre, non rimane altro da fare che zappettare l’orticello della fiducia.
Il Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mario Ciaccia, intervenuto stamani all’evento di premiazione del progetto vincitore del concorso internazionale di architettura per la riqualificazione urbana di Piazza d’Armi, ha detto: “Oggi è un giorno importante perché diamo l’avvio a un progetto bellissimo che vedrà la luce grazie all’attività della Cabina di regia che, per la prima volta, ha consentito di trasformare aree degradate in incubatori di nuove attività . Firmeremo tra poche settimane il contratto con cui il Comune dell’Aquila si prende i suoi impegni e noi i nostri. Vigileremo affinché il requisito di cantierabilità prenda corpo il prima possibile. Io sono convinto che la forza degli aquilani e la tenacia di poter fare riusciranno a portare a termine la realizzazione dell’opera che trasformerà Piazza d’Armi. Sono orgoglioso di quello che state facendo”.
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