Terremoto, sogni coperti dalla polvere
L’Aquila – (di Agostino Valente, chitarrista*) – “La parola umana è come una caldaia incrinata su cui battiamo musica
per far ballare gli orsi, quando vorremmo commuovere le stelle”
Gustave Flaubert
“La pittura trasforma lo spazio in tempo, la musica il tempo in spazio”
Hugo von HofmannsthalIl terremoto che ha colpito L’Aquila il 6 aprile scorso ha coperto di polvere centinaia di sogni. La nostra musica si è interrotta, almeno per qualche tempo, come è sembrato interrompersi la nostra memoria. Suoni e memorie coesistono colla tirannia del tempo, ne sfruttano la capacità “dinamica” di non essere mai esattamente uguale a sé stesso e lottano per non sprofondare nella corsa verso il nulla. Entrambi, come un fiume carsico, scompaiono per poi riapparire a distanza; si muovono in faticose salite e precipitose discese, come vagoncini delle montagne russe. Ma, proprio per questo, musica e ricordi non “tacciono” mai definitivamente ed anzi le intermittenze – dei sentimenti, delle memorie, dei suoni…- sono la caratteristica della storia della musica e dei ricordi. Il bilancio di un terremoto è sempre drammatico ed anche chi sopravvive perde almeno qualcosa, in termini di sicurezza, di passato, di storia, di identità. Pertanto un terremoto genere produce molti lutti: quello delle vittime dirette e indirette, delle pietre cadute, delle case sventrate, delle macerie, della distruzione morale che sprofonda i sopravvissuti in una categoria da Terzo mondo da assistere, da luogo a cui applicare l’otto o il cinque per mille. Ma da un terremoto ci si può riprendere se ancora si conserva una ferma fede verso la propria storia e la propria dignità.
I monumenti e le case non costituiscono soltanto costruzioni, ma incorporano nel tempo sentimenti, emozioni, sogni, progetti, simboli. E non solo di questo occorre tenere conto, nel restauro e nella ricostruzione, per evitare di infliggere alla popolazione aquilana, oltre che il terremoto geologico, un ben più grave terremoto culturale. Infatti, in questo contesto di segni, la straordinaria vistosità della tradizione culturale aquilana, ci porta a tutelare e difendere, soprattutto, i monumenti alla cultura, costruiti in otto secoli di storia ininterrotta e passati, dal medioevo, attraverso ben “cinque ricostruzioni”. Per questo, dopo il dolore, in questa fase di convalescenza, allo scopo di ricostruire reti, identità e cultura, abbiamo pensato di continuare, altrove, in un luogo vicino e di passaggio, la tradizione del Festival Internazionale della Chitarra, che da diciassette anni porta lustro alla nostra città. Attraverso la musica, nell’edizione odierna spostata in vari luoghi della costa, vogliamo produrre la trasformazione dei nostri volti da feriti, affranti, martoriati, a visi sereni e distesi, nello stupore di ritrovarsi e di incontrare altri volti che ci hanno sorriso, accolto e a cui regaliamo il nostro bene più prezioso: l’amore secolare per la cultura.
L’edizione del 2009, quella del forzato esilio e del lutto drammatico, quella sviluppata fra la vecchia città colpita a morte ed il mare accogliente, sarà ricordata come il passaggio corale verso il recupero della memoria e dei luoghi perduti; una occasione per una visione comunitaria nuova che ci lanci verso una ricostruzione vera, quella di una normale vita quotidiana condivisa con altri, togliendo dai nostri cuori la convinzione che il terremoto è un segno del cielo ed una scusa per interessi oscuri e ci convinca, invece, che anche una occasione, drammatica ma certa, per riempirci di nuove energie e sviluppare una nuova cultura per il nostro e per tutti i paesi d’Abruzzo. L’insieme dei concerti è stato pensato come vero tributo ad un’aquilanità che è identità e cultura, orgoglio e respiro accogliente: celebrazione del culto degli Antichi, in un Abruzzo recuperato più intero ed intensamente più “fratello”. Per questa ragione, la rinascita attraverso una edizione pensata fra ciò che resta in piedi nella città colpita ed un “altrove prossimo”, è una sorta di musicale pristina forma, che assume i ritmi del passato e di questo tempo, costruendo un calendario con fasti antichi e visione proiettata al futuro. Dalla montagna al mare, dal lutto alla speranza: questo l’itinerario ispiratore che dalle macerie di un passato da riedificare ci porta alle pacifiche sponde di un mare accogliente, simbolo eroico di una navigare in avanti, con speranza verso il futuro, ma sapendo da dove si parte ed in quale porto fare ritorno.
Con questa edizione, sviluppata fra mare e montagna, simboli fondanti dell’ascendere e del navigare, intendiamo compiere un processo di superamento interno, con musica, suoni e segni usati come mezzi per attraversamenti difficili, verso l’altro versante o l’altra sponda, verso terre prima sconosciute, inesplorate, inaccessibili, che diventano nuovo humus per una nuova vita. Ciò che si celava nelle antiche tradizioni della aquilanità, viene accostato a quello marino del salpare e del navigare e diviene simbolo di un viaggio verso qualcosa di non più e di non soltanto umano, trasfigurato in musica e declinato in cultura.
Annotazioni a cura di Goffredo Palmerini:
* AGOSTINO VALENTE, è nato all’Aquila, ha iniziato lo studio della chitarra classica sotto la guida di Pasqualino Garzia, diplomandosi con il massimo dei voti. Si è perfezionato con Oscar Ghiglia all’Accademia Chigiana di Siena, con Josè Luis Rodrigo e Josè Tomàs in Spagna. Ad un’intensa attività concertistica in Italia segue, dal 1979, una fortunata serie di tournées in tutta Europa, nelle due Americhe, in Australia e in Medio Oriente. Spesso invitato nei più prestigiosi Festival chitarristici internazionali, tiene regolarmente Corsi di Perfezionamento in Croazia e Spagna. Da alcuni anni ha costituito, con il musicista croato Goran Listes, il Duo Chitarristico Italiano, con numerosi concerti all’attivo in Italia e all’estero. E’ il fondatore e Presidente dell’Accademia Chitarristica Aquilana. E’ direttore artistico del Festival Internazionale della Chitarra.
Si svolgerà dal 27 settembre al 3 ottobre la XVI edizione del Festival Internazionale della Chitarra, evento musicale di alto livello culturale, organizzato dall’Accademia Chitarristica Aquilana, diretta dal Maestro Agostino Valente. Quest’anno, a causa del sisma che ha colpito L’Aquila, il Festival si articolerà sulla costa abruzzese, nelle città di Roseto degli Abruzzi ed Atri, e all’Aquila, nell’auditorium del Centro Servizi della Carispaq, struttura tra le poche superstiti in grado di accoglierlo. Interverranno diversi concertisti italiani e stranieri. La giornata inaugurale al Teatro del Mare di Roseto degli Abruzzi, domenica 27 settembre alle ore 18, sarà aperta con un concerto del M° Agostino Valente.
La conferenza stampa di presentazione del Festival con il programma dei concerti si terrà il 25 settembre, alle 10:30, presso la Sala Consiliare del Comune di Roseto degli Abruzzi. (Nella foto: Goran Listes e Agostino Valente)
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