UDU Aq-Te su “decreto tagliaborse”
L’Aquila – L’Unione degli Universitari UDU dell’Aquila e di Teramo scrive: “Il dimissionario Governo Monti, in questi ultimi giorni sta lavorando nell’ombra cercando di accelerare l’iter per l’approvazione del decreto ministeriale sul diritto allo studio, il quale
prevede degli interventi che comporterebbero una drastica diminuzione del numero degli studenti idonei alla borsa di studio.
L’intento del Governo è, da un lato, quello di tagliare il più possibile il numero di borsisti, inasprendo i requisiti di accessibilità, dall’altro quello di diminuire l’importo delle borse.
Oltre a questo, che già basterebbe a far capire la gravità della situazione, si aggiungono ulteriori novità: l’eliminazione del bonus, un limite di età per chiedere i benefici e l’abbassamento della soglia di reddito per accedere alla borsa di studio.
Il decreto contiene, inoltre, una discriminazione tra le aree geografiche del Paese: in base
alla propria condizione economica, infatti, uno studente vedrà valutate le proprie condizioni
a seconda della Regione in cui si troverà a studiare. In poche parole, se per gli studenti del
Nord sarà un po’ più semplice ottenere i benefici, per gli studenti del Centro sarà più facile
essere considerati “ricchi” e nel Sud Italia sarà ancora più complicato poter ambire ad una
borsa di studio. Questo ha delle evidenti ricadute sull’appetibilità degli atenei, non in
relazione a peculiarità scientifico-culturali, ma a una mera opportunità di convenienza,
rendendo quelli del centro-sud sempre meno attraenti. In altri termini con questo sistema
di diritto allo studio uno studente avrebbe una spinta maggiore per optare per un ateneo
del Nord potendo godere più facilmente di un sistema di diritto allo studio. Per l’Abruzzo la
soglia massima di ISEE scende da 17.609,03 € a 14.300 €.
Con questo nuovo sistema, possiamo ben immaginare quanti studenti dei 3 Atenei
Abruzzesi rimarrebbero fuori da un beneficio che spetta loro di diritto, un diritto sancito
dall’Art.34 della nostra Costituzione. Il decreto creerebbe, di fatto, studenti di serie A e di
serie B, Atenei di serie A e di serie B e danneggerebbe fortemente la regione Abruzzo
rendendola poco attrattiva per le regioni confinanti, verso le quali ha sempre goduto di
forte appetibilità.
Pertanto chiediamo all’Assessore regionale al diritto allo studio Gatti di opporsi con forza
al decreto che penalizzerebbe non solo tutti gli studenti italiani, ma in particolare quelli
della nostra Regione”.
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