Pezzopane: “Bene zona franca urbana L’Aquila” – Confindustria la chiedeva per il cratere


pezzopane-con-nancy-pelosi-sett-09L’Aquila – (di Stefania Pezzopane, presidente della Provincia) – Bene la Zona Franca Urbana per L’Aquila. Anche se, riguardo al metodo, avremmo preferito un maggior raccordo con le parti istituzionali, economiche e sociali, prima di una decisione che segnerà l’andamento dei prossimi decenni. Il voto all’unanimità in Consiglio Regionale dà ancora più forza al provvedimento ed il segno di una intesa comune trovata sul rilancio del post terremoto per le zone colpite dal terremoto, non le altre. Ma non fermiamoci qui. Strumenti analoghi devono essere cercati adesso per la Valle Peligna e gli altri comuni del cratere. Le economie di troppi territori contigui sono state devastate dal sisma, e da soli non possono farcela in un clima già di grave crisi diffusa. Individuata la zona franca “rossa”, ora si dovrà contrassegnare quella “arancione” negoziandola con l’Unione Europea. Esistono incentivi e zonizzazioni di altro tipo che possono essere applicati al caso, senza generare una guerra tra poveri.

CONFINDUSTRIA aveva scritto in una sua nota diffusa oggi: “La zona franca urbana deve e può essere destinata solo al cratere sismico. Qualsiasi proposta che tenda ad allargare il possibile beneficio è fuori di ogni logica di opportunità, politica- strategia, tecnica e morale.
Confindustria Abruzzo, che all’indomani del sisma del 6 aprile scorso è stata la prima a proporre un’area franca per le aree colpite paragonandole alla Berlino del dopoguerra, ribadisce l’assoluta opportunità tecnica, strategica e morale di destinare la possibile zona franca urbana al solo cratere sismico e, all’interno di questo, a quei territori i cui benefici possono essere veramente utilizzati.
Da un punto di vista etico cercare di equiparare le altre aree abruzzesi al cratere sismico è veramente non sostenibile e riprovevole. La devastazione che ha subito L’Aquila e le sue imprese, non è neanche lontanamente paragonabile a quella che indirettamente avrebbero subito altri territori. C’e’ da rilevare, al riguardo, che, al contrario, gli sfollati aquilani hanno contribuito in modo decisivo a sostenere l’economia di alcuni settori turistici e commerciali delle aree costiere.
Negare a L’Aquila e al suo comprensorio questo vantaggio rispetto alle altre aree significherebbe veramente non avere alcun senso della realtà e cercare di approfittare di un vero dramma che è prima di tutto umano e sociale oltre che economico.
Da un punto di vista strategico – economico, la zona franca è rivolta da una parte a permettere di ripartire ad un sistema territoriale che ha visto la distruzione totale delle sue attività, dall’altra a ridare attrattività ad un territorio in cui, causa lo stato di devastazione in cui versa, i suoi stessi cittadini faticano ad immaginare un futuro. Estendere gli stessi benefici ad altre zone significherebbe incentivare l’esodo di imprese e cittadini verso altre aree e dare un colpo mortale, ulteriore, alle aree già così duramente colpite.
Da un punto di vista tecnico – normativo la zona franca urbana è destinata, così come previsto dalla normativa comunitaria, a porzioni limitate di popolazione e di territorio: di qui la necessità di perimetrare il territorio destinatario secondo logiche di opportunità e reale necessità. Estendere a tutta la regione la zona franca significherebbe non dare niente a nessuno e penalizzare chi veramente ne necessità. Qualsiasi proposta in tal senso, pertanto, è evidentemente viziata da ignoranza delle norme, oltre che di assenza di visione morale e strategica. Inoltre, si rischierebbe la possibilità che a fronte di una richiesta così poco credibile, l’UE non conceda neanche ai territori colpiti dal sisma i benefici richiesti. Confindustria Abruzzo, pertanto, rivolge un appello alle Istituzioni affinché rifuggano qualsiasi tatticismo e interessi di parte o campanilistici, ricordando i reali bisogni di quelle realtà territoriali che veramente necessitano di sostegno ed aiuto per aver subito le devastazioni reali del sisma del 6 aprile scorso.
Eventuali tentativi di allargare il cratere sismico sono evidentemente grave sintomo di tentativi riprovevoli tesi ad anteporre interessi strumentali e demagogici a quelli dell’interesse comune e della solidarietà che, solo a poco più di cinque mesi dal sisma, dovrebbe ancora essere ben viva nelle nostre coscienze”.
(Nella foto: La Pezzopane con Nancy Pelosi, speaker del Parlamento USA, e alle spalle Gianfranco Fini, a L’Aquila)


22 Settembre 2009

Categoria : Politica
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