All’improvviso scoppia l’emergenza rifiuti
L’Aquila – Scoppia l’emergenza rifiuti, descritta in una lettera del sindaco Cialente, dell’assessore Riga e del presidente dell’ASM Fabiani a tutte le autorità , dai vertici della Regione in giù. In pratica, chiedono i tre scriventi, diteci dove L’Aquila deve scaricare i suoi rifiuti, e ditecelo anche entro poche ore. Altrimenti sarà il caso. Per capire, leggiamo insieme la lettera, che oltre aee autorità diciamo competenti, ha raggiunto anche la Procura della Repubblica: “Il Comune dell’Aquila, dal marzo 2012, conferisce i rifiuti indifferenziati prodotti sul proprio territorio all’impianto SEGEN di Sante Marie (Società ad intera partecipazione pubblica formato da 13 Comuni), andando a recupero totale ed a prezzi nettamente vantaggiosi per i cittadini aquilani e degli altri comuni del Consorzio (134,5 €/ton). La regione Abruzzo e la Provincia dell’Aquila ritengono di interrompere la campagna di attività dell’impianto mobile, reso necessario a seguito dell’incendio che ha temporaneamente
danneggiato l’impianto fisso SEGEN, asserendo che nella provincia dell’Aquila vi è un
autosufficienza di impianti pubblico/privati (che lavorano, per altro, in contraddizione con quanto
previsto dall’art. 179 del d.lgs. 152/2006), che renderebbero ultronea l’attività di altri impianti
sebbene questi ultimi abbiano i costi ridotti in maniera consistente.
L’ASM e lo stesso Comune dell’Aquila, hanno ripetutamente fatto presente che l’ipotesi di una
programmazione di gestione del ciclo dei rifiuti sulla base degli impianti presenti nella Provincia,
sarebbe giusta solo se venisse fissata un’univoca tariffa provinciale o come previsto dalla
normativa (vedi delibera di GR 693 del 13/9/2010, mai applicata su tutta la Regione). La
inspiegabile mancanza di un’unica tariffa, provoca un danno pesantissimo alle casse comunali e di
conseguenza ai cittadini, di quei Comuni costretti a seguire le indicazioni dettate dalla Regione e
dalla Provincia dell’Aquila di andare ad impianti pubblico/privati che richiedono cifre superiori per
i conferimenti rispetto ad altri comuni. Ciò, verosimilmente, per coprire i loro maggiori costi di
gestione che vengono fatti ricadere in modo arbitrario sui diversi Comuni, il tutto nel silenzio o
condivisione di Regione e Provincia.
Poiché alla data odierna il Comune dell’Aquila e l’ASM non sanno dove conferire i propri rifiuti, si
richiede alle Signorie Vostre di indicare espressamente, entro ventiquattro ore, trovandoci in una
drammatica emergenza igienico sanitaria:
a) In quale impianto il Comune dell’Aquila dovrà conferire i propri rifiuti nelle prossime ore?
b) A quale tariffa?
c) Come si giustificano eventuali differenze tariffarie rispetto a quelle sostenute attualmente?
d) I motivi reali per i quali non è possibile continuare la campagna di attività mobile presso
l’impianto SEGEN.
Poiché si è in attesa, ad horas, di parere della Direzione Generale del Ministero dell’Ambiente
relativamente alla sentenza del Consiglio di Stato n. 5566/2012, nelle more delle Vostre risposte
comunichiamo alle SS.VV. ed alla Procura della Repubblica, che ci legge per conoscenza, la nostra
intenzione di continuare il conferimento dei rifiuti presso l’impianto SEGEN di Sante Marie, non
avendo alternative altrettanto efficaci ed efficienti.
A completa esposizione, si comunica:
1) che l’impianto mobile è stato autorizzato nelle more della ristrutturazione ed
adeguamento dell’impianto fisso danneggiato dall’incendio, il cui cronoprogramma di
riattivazione presentato dalla SEGEN in data 29/02/2012 è perfettamente rispettato;
2) che il Comune dell’Aquila sta completando l’iter amministrativo per aderire alla SEGEN
S.p.A., società pubblica interamente partecipata da Comuni;
3) che l’interpretazione della Regione, su cui soggiace il principio di non poter inviare frazioni
separate di rifiuti a recupero fuori Regione, di cui si attende ad horas l’interpretazione del
Ministero dell’Ambiente, non ritentiamo sia applicabile e pertinente alla fattispecie in
questione, anche alla luce del disposto di cui all’art. 179 del D. lgs. 152/06 che dispone lo
smaltimento come attività eccezionalmente residuale, prediligendo il recupero ad esso”.
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