Confcommercio: “Ispettori arroganti”- Chi vuole la morte del commercio aquilano?
L’Aquila – ”Registriamo negli ultimi giorni un fenomeno che in tempi normali avrebbe gia’ fatto scalpore ma che, considerato quello che hanno subito i piccoli esercenti del centro storico con il terremoto e la loro condizione psicologica, assume caratteri sconcertanti. Da alcuni giorni gli operatori che con grande sforzo hanno riattivato, dislocandole, le proprie imprese, sono oggetto di ispezioni e di visite condotte con metodi che appaiono da stato di polizia, peraltro, in un territorio martoriato”. E’ la denuncia che giunge dal direttore di Confcommercio L’Aquila, Celso Cioni, che aggiunge: ”Si tratta, da quanto ci riferiscono gli stessi esercenti, di ‘ronde’ che tra l’altro si pongono con atteggiamenti da giustizieri della notte ed emanano sanzioni a gogo’ di migliaia di euro”. ”Questi solerti funzionari ministeriali che si muovono come elefanti in una cristalleria – sottolinea ancora Cioni – sembrano siano ispettori del lavoro che, secondo quanto apprendiamo direttamente dagli imprenditori, si comportano piu’ da ispettori che non rispettano chi lavora o che almeno ci prova”. ”Ora la domanda che iniziamo a porci e’ la seguente – si chiede il direttore di Confcommercio -: visto che nonostante le nostre costanti interlocuzioni con le istituzioni locali che sembrano noncuranti dei problemi di migliaia, diconsi migliaia di piccoli operatori commerciali, le risposte sono da ‘zerotondo’, non e’ che davvero qualcuno vuole la morte del commercio aquilano?”. Cioni conclude: ”Finora siamo stati rispettosi delle istituzioni, di tutte le istituzioni, siamo stati disponibili e per molti versi molto pazienti. Ma la pazienza che avevamo e’ pressoche’ esaurita e quindi ci rivolgiamo a tutte le autorita’ che magari intervengano per spiegare ai propri funzionari che le modalita’ degli accessi di visite ispettive debbono essere fatte sempre con modalita’ di un paese civile e non da quarto mondo e laddove, come all’Aquila, ci si trova di fronte a commercianti gia’ disastrati, il modo di porsi da parte di questi solerti funzionari dovrebbe essere caratterizzato almeno dal garbo”. E infine: ”Chiediamo troppo? Chiediamo troppo a invitare questi funzionari dello Stato a non irridere, come e’ accaduto oggi, un operatore quando sosteneva di non avere disponibili 1.500 euro per pagare la sanzione che gli avrebbe evitato la chiusura del proprio locale? E’ cosi’ che si vuole aiutare un tessuto economico e sociale a risollevarsi? Noi crediamo di no”. (Nella foto: Il direttore Confcommercio L’Aquila, Celso Cioni)
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