CGIL: “Ch-Pe tanti problemi comuni”


Chieti – E’ una discussione che va avanti già da molto tempo quella relativa ai problemi che accomunano le province di Pescara e Chieti (senza dimenticare ovviamente le peculiarità dei due territori e al loro interno) e tuttavia è proprio su questa vicinanza, non soltanto geografica ma anche sociale ed economica, che le due Camere del lavoro provinciali sono tornate a riunire, oggi, i loro quadri e delegati in un attivo congiunto presso la sala convegni della Camera di commercio di Chieti.
Si è parlato dei problemi comuni dunque, a cominciare da una crisi economica ed occupazionale devastante (10 milioni di ore di cassa integrazione nella provincia di Chieti per esempio, per 15-16 mila posti di lavoro a rischio o 5-6 mila lavoratori a zero ore già fuori dal ciclo produttivo; oppure, per passare a Pescara, le 1000 domande di disoccupazione compilate dall’Inca provinciale nel solo mese di gennaio, il doppio dell’anno scorso) ma anche di altre vicende che molto hanno a che fare con il futuro e la ripresa dei due territori. Germano Di Laudo ad esempio, segretario generale della Cgil teatina, ha sottolineato che opportunità e nuova occupazione potranno venire da politiche e settori innovativi, per esempio quelli legati alla riconversione ambientale (il cemento infatti non basta più, e sono migliaia gli appartamenti invenduti), una valutazione condivisa anche da Paolo Castellucci, segretario provinciale a Pescara, che non ha dimenticato come la bonifica di Bussi o del Saline possa produrre tanto lavoro qualificato. E’ un tema importante, l’ambiente, ma non l’unico. La Val Pescara d’altra parte unisce anche per la crisi dell’industria che ha travolto il confine delle due province, la stessa crisi che preoccupa in Val Di Sangro, a Bussi, a Penne o in Val Sinello. “In alcune zone avevamo ed abbiamo ancora una presenza industriale di grande rilievo – ricorda Mario Codagnone, segretario della Fiom di Chieti – che va salvaguardata e se possibile potenziata”. Se ci sono problemi comuni vanno condivisi, come vale la pena organizzare uniziative sindacali congiunte, e tuttavia per Germano Di Laudo bisogna parlare quello che chiama “il linguaggio della verità”, con proposte e idee che la Cgil deve discutere con i lavoratori, nelle assemblee, ma che deve portare anche fuori dai posti di lavoro, far diventare temi di confronto. D’altra parte anche alla Regione e agli enti locali è chiesta di fare la loro parte, di scegliere e decidere assumendosene la responsabilità (per esempio sul tema delle infrastrutture, dei porti, dei trasporti), avendo quella “visione strategica” che Castellucci chiede anche al sindacato. D’altra parte se si vuole salvare un territorio bisogna anche tutelarne i presidi collettivi (i servizi sociali, quelli agli anziani, l’assistenza sanitaria, le scuole, ecc.) cambiando alla radice scelte politiche che hanno già impoverito l’Abruzzo, riaprendo un confronto con la Regione e gli enti territoriali (per esempio sulla tasse locali) ed attuando politiche di crescita e di lavoro anche con il ricorso agli investimenti pubblici. Da ultimo il richiamo di Antonio Iovito, della segretaria regionale, che a ricordato un altro tema fondamentale, quello della legalità, tanto più sentito dopo gli episodi recenti che hanno segnalato infiltrazioni malavitose in questa regione. Elena Lattuada, della segretaria nazionale della Cgil, ha concluso l’iniziativa richiamando i temi dell’accordo separato sulla contrattazione, il piano del lavoro presentato dalla Cgil e il confronto con le forze politiche in vista delle prossime elezioni, con particolare riferimento alla legge sulla rappresentanza, alle modifiche delle norme sul lavoro e al problema degli esodati e dei disabili.


01 Febbraio 2013

Categoria : Cronaca
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