Il fallimento del programma IPA CBC


Pescara – (di Carlo Costantini) – A conferma di quanto da noi preventivamente denunciato già il 17 dicembre scorso in un apposito incontro a Pescara, che non voleva essere un semplice j’accuse ma una riflessione alla quale potesse seguire, opportunamente, una reale strategia di riparazione, echi provenienti dalla capitale paiono confermare quanto già dolorosamente previsto.
L’Abruzzo, in ambito di cooperazione territoriale pare essere fuori da tutte le decisioni, avendo ormai perso tutta la credibilità nella gestione del programma IPA adriatico transfrontaliero di cui era autorità di gestione.
Le imbarazzanti cifre emerse in fase di valutazione dello stato di attuazione del programma, come anche da noi riportate, hanno ampiamente mostrato ai gruppi strategici per la Cooperazione territoriale come la spesa irrisoria (neanche il 4%) mostri i limiti di una gestione inefficiente ed inefficace.
Dei quasi 290 milioni di euro a disposizione per finanziare progetti di sviluppo delle regioni europee, ne sono stati spesi appena 10.
Ritornano alle nostre orecchie i proclami del Presidente Chiodi allorché in Pescara, nell’ottobre 2009, in una conferenza chiamata “Moving Abruzzo forward” dichiarava: “Lo sviluppo passa attraverso una nuova mentalità”, “L’importante è spendere e spendere bene attraverso la buona organizzazione dei lavori e dei metodi utilizzati”.
Uno dei motivi per i quali l’Abruzzo è rimasto indietro non è, come dice Chiodi, il fatto che non si sia inserito in un’ottica strategica di cooperazione europea, ma che abbia mostrato a tutti il vero volto di un’organizzazione scadente che si è fatta “apprezzare” da tutta l’Europa, portando il nome della Regione Abruzzo a simbolo di scandalo e incompetenza amministrativa.
In fase di condivisione della posizione italiana per la negoziazione sui nuovi programmi 2014 – 2020 è ormai chiaro che la nostra Regione non avrà alcuna voce in capitolo ed oltre alla beffa del decommitment (la restituzione) delle somme non impegnate e non spese alla Commissione Europea, oltre al pericolo terribile di dover rimborsare i partners dei progetti già ammessi al finanziamento a causa della mala amministrazione, molto chiaro appare come non si possa lontanamente immaginare, a differenza di quanto più volte ribadito dal nostro Governatore, che l’Abruzzo possa avere un ruolo né di gestione né di coordinamento nella implementazione della nuova strategia della Macro Regione Adriatico ionica.
Non solo perché il naturale strumento finanziario di tale operazione (IPA adriatico) verrà cancellato dalla programmazione andandosi a dissolvere in nuovi strumenti programmatici (futuro appannaggio, forse, di regioni italiane più virtuose), ma anche e soprattutto perché la nostra Regione si è resa più volte inadempiente nel cercare di sanare la situazione, nonostante le raccomandazioni di Bruxelles.
Tante domande sorgono dunque spontanee:
1) perché non si è fatto nulla per cercare di trovare un Capo del segretariato tecnico competente?
2) Perché non ci si è dotati ancora una autorità di gestione seria ed efficiente?
3) Perché non si fa luce sulla volontà dell’Amministrazione di portare avanti la valutazione dei progetti strategici il cui bando è stato di recente chiuso?
4) Si vuole chiudere la gestione del Programma prima di andare a finanziare nuovi progetti (con budget ingenti anche fino a 20 milioni di euro), non sapendo come gestirli? A noi pare che il vero slogan della Regione in ambito di Cooperazione territoriale europea debba essere modificato in “Moving Abruzzo backward, not forward”.


01 Febbraio 2013

Categoria : Politica
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