Il sempre accusato e sempre assolto
Nocciano – “Non ci sono record da battere, ma se così fosse sarei sicuramente primo, in assoluto. Con il passare dei mesi continuo ad accumulare sentenze di proscioglimento, in Tribunale, a Pescara, dopo aver collezionato querele a non finire. Oggi conto 18 sentenze in mio favore e non so ancora se questo capitolo della mia vita è da considerare chiuso o meno. So solo che tutto questo sta avvenendo solo perché ho sempre svolto il mio lavoro di vigile urbano nel territorio di Nocciano in maniera puntuale, limpida e nel segno della legalità ”.
A parlare è il M.llo Mario Di Gregorio, per l’appunto vigile urbano a Nocciano, che si dice “protagonista di una assurda telenovela giudiziaria” legata alla miriade di querele da cui è stato raggiunto. “Tutto è scaturito, fa notare, dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara che ha portato agli arresti il sindaco di questo Comune, Marcello Giordano e del Segretario Comunale Di Felice. Da allora, dice Di Gregorio, sono stato oggetto di una lunga serie di querele su questioni che ritengo assolutamente insussistenti dal punto di vista giudiziario e i pronunciamenti che si susseguono con il passare dei mesi dimostrano che è proprio così. Tra l’altro i continui attacchi subiti in questo periodo non hanno riguardato solo la mia persona ma anche le persone a me più care, cioè mia madre (ultraottantenne) e mio figlio, la cui unica colpa è quella di essermi vicini. Anche loro sono stati assolti e condivido con loro, quindi, il mio record. Pur sapendo di aver sempre lavorato con grande senso del dovere e nell’interesse della pubblica amministrazione, non posso fare a meno di notare l’attenzione quasi morbosa che si è sviluppata sul mio operato, che sta portando gli autori delle querele ad inanellare una serie di buchi nell’acqua. Dicevo che non mi interessa battere un record in questo campo, sempre che ci sia una graduatoria in tal senso. Ciò che mi interessa è continuare a lavorare nel segno della trasparenza e a servizio della collettività , come ho sempre fatto, camminando a testa alta in paese”.
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