Incontro su sicurezza nel Vastese
Chieti – Si è svolto questa mattina presso gli uffici della Prefettura, l’incontro tra il Prefetto Fulvio Rocco de Marinis, e una delegazione di Consiglieri provinciali guidata dal Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, per approfondire il tema della sicurezza nell’ambito vastese, a seguito degli eventi criminosi che hanno interessato il territorio e che hanno destato particolare preoccupazione tra l’opinione pubblica. All’incontro hanno partecipato i Consiglieri provinciali Camillo D’Amico, Giovani Mariotti, Michelino Natale, Etel Sigismondi, che siede anche al Consiglio comunale di Vasto, il Vice Presidente del Consiglio provinciale e Presidente del Consiglio comunale di Vasto, Giuseppe Forte, e l’Assessore comunale di Vasto, Vincenzo Sputore.
Nel corso dell’incontro sono emersi alcune questioni fondamentali sulle quali si focalizzerà l’attenzione nelle iniziative da intraprendere: rendere davvero efficace l’integrazione tra i cittadini italiani e gli stranieri presenti sul territorio, promuovere una fattiva collaborazione tra gli Enti competenti in tema di politiche sociali e lo Stato con le Forze di Polizia, intervenire con politiche serie e rigorose per contrastare il fenomeno della disoccupazione, in un contesto peraltro prossimo al Mezzogiorno. E’ emerso che si è trattato di episodi maturati in ambienti sociali difficili, non riconducibili alla criminalità organizzata.
“Certamente l’attenzione dev’essere alta – sottolinea il Presidente Di Giuseppantonio – per questo la delegazione ha chiesto il potenziamento dell’organico delle forze dell’ordine la necessità di collaborazione tra Stato e Enti Locali, sulla quale vi è stata ampia convergenza. Ringrazio il Prefetto per l’attenzione dimostrata, per quanto fatto fino ad ora al riguardo e per la disponibilità alla piena collaborazione. Nell’occasione mi sono sentito in dovere di ringraziare anche le forze dell’ordine e la magistratura – conclude il Presidente Di Giuseppantonio – per l’impegno puntuale profuso nella lotta alla criminalità, nonostante le condizioni precarie nelle quali si trovano spesso a operare”.
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