Banca aquilana, ora i soldi ci sono
L’Aquila – (di G.Col.) – Cinque milioni di euro, e ne sarebbero bastati di meno. Sono i soldi raccolti per costituire la Banca dell’Aquila, di cui si parla da mesi, e che ora dovrebbe essere cosa fatta: manca soltanto l’OK della Banca d’Italia, stando al comitato promotore che oggi ha tirato le somme dell’impegnativa scalata verso la vetta. Ormai a quanto pare vicina. I soci aderenti sono un migliaio, con entusiasmo e con una larga presenza giovanile (e femminile, viene garantito), che dà linfa fresca ad un albero molto significativo per la realtà aquilana di oggi.
Una realtà venata di pessimismo, sfiducia, propensione rinunciataria, ma evidentemente non dappertutto e non di tutti. Il capitale sociale da sottoscrivere è stato aumentato, per dare, viene spiegato, maggiore solidità e consistenza alla banca nascente. Tra i nomi, uno che a molti appare come la migliore delle garanzie di competenza e affidabilità , Rinaldo Tordera, ex direttore generale della Cassa di risparmio, milanese ormai aquilanizzato che ha scelto a suo tempo di restare in città : non da spettatore, come si vede. Altri nomi di sicura affidabilità e di accertata competenza tra i promotori ne figurano in abbondanza. Insomma, a quanto si evidenzia, l’iniziativa è interessante per tutti.
L’Aquila non ha mai avuto una “sua” banca, presenza che accomuna molte città italiane. “Sua” nel senso di banca nata per iniziativa locale, partecipata da forze e risorse locali, e competenze non importate. Dunque un’istituzione che per sua natura, deve essere prima di tutto prossima alla realtà locale e consapevole di caratteri, specificità ed esigenze cittadine. Capace anche di ravvivare quel tanto di inerzia psicologica che appartiene alla storia sociale della città che ebbe in passato l’ironico ma non errato slogan di “Esso quissu”, riferito a chiunque suscitasse dibattiti, ponesse interrogativi, accendesse un’idea o un’iniziativa.
Oggi tutto dovrebbe e potrebbe essere differente, perchè da una lezione devastante – quella del sisma – deve derivare anche un impulso vitale, uno stimolo a cambiare e cambiarsi. La Banca dell’Aquila è l’espressione di un cambiamento, in vista di nuove attività e nuove presenze attive durante la imminente, complessa fase della ricostruzione. Che è, tutto sommato, essenzialmente un’operazione economica.
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