Memoria al Museo genti d’abruzzo


Pescara – (di Stefano Leone – foto Massimo Leone) – “La sete di verità, la voglia di libertà e la necessità di ricordare, di raccontare alle giovani generazioni quello che ha significato la ‘Shoah’, l’olocausto che ha causato la morte di migliaia e migliaia di innocenti, colpevoli solo perché considerati ‘diversi’, rom, omosessuali, ebrei, disabili. Sono i principi che sentiamo la necessità di ribadire ogni anno in occasione della celebrazione della “Giornata della Memoria”, fissata al 27 gennaio, ma che l’amministrazione comunale ha voluto questa volta anticipare alla giornata odierna patrocinando e partecipando all’evento promosso dall’Associazione “Under 18” presso il Museo delle Genti d’Abruzzo proprio per garantire il coinvolgimento degli studenti, primi destinatari del nostro messaggio”.
Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia in riferimento all’evento di oggi. E proprio gli studenti sono stati i protagonisti dell’appuntamento odierno, che ha proposto una rilettura delle ‘leggi razziali’ dal punto di vista scientifico, dimostrando l’assoluta assurdità di quelle leggi che tanto male hanno prodotto e procurato. L’evento ha visto la presenza dell’assessore alla Cultura Giovanna Porcaro in rappresentanza dell’amministrazione, essendo il sindaco impegnato a L’Aquila per la cerimonia d’apertura dell’Anno Giudiziario. E presenti oggi al Museo anche il rettore dell’Università ‘D’Annunzio’ Carmine Di Ilio, il genetista Giandomenico Palka, il direttore del Museo Ermanno De Pompeis e soprattutto la professoressa Carla Antonioli, promotrice dell’evento, al quale hanno preso parte con i propri lavori gli studenti della scuola media ‘Mazzini’, del liceo scientifico ‘Da Vinci’, del liceo classico ‘D’Annunzio’ e lo scientifico ‘Galilei’.
“L’Associazione Under 18 – ha sottolineato l’assessore Porcaro – ha proposto oggi un punto di vista diverso di osservazione e di esame della Shoah, partendo dalla Scienza e dalla storia, per giungere alla giusta e unica conclusione possibile, ossia che ‘le razze umane non esistono’, come ribadito anche nel Manifesto contro ogni forma di razzismo sottoscritto nel 2008 da un gruppo di scienziati italiani come Rita Levi Montalcini. Ed è importante non dimenticare quanto accaduto nel mondo a causa delle aberrazioni delle leggi razziali”.
Riflettendo sulla commemorazione del dramma storico di un intero popolo, bisognerà essere vigili e attenti nel non cadere nella fiacca ripetitività di una celebrazione che possa divenire quasi spersonalizzata, nella considerazione umanamente comprensibile della oggettiva difficoltà di percepire la reale dimensione di una tale feroce follia. Ma non è così. Quando, per una sorta di istinto di sopravvivenza, è possibile che si avverta la tentazione di superare mnemonicamente quegli orrori che hanno colpito interi popoli, più volte visti e partecipati, con il cui ricordo abbiamo convissuto da tanto tempo, quello è il momento di sfoderare il coraggio. Ciascuno, infatti, deve avere la forza di personalizzare concretamente quelle atrocità, poiché esse sono state vissute da ciascun singolo individuo di quelle genti e che ciascun uomo, ciascuna donna, ciascun bambino ha patito nella propria carne il dolore fisico lancinante, insopportabile delle torture, delle privazioni e degli oltraggi cui sono stati sottoposti e la disperazione di sapere di non poter far altro che subirli. Non solo nel nome indeterminato dell’Umanità, ma in nome di ciascuno e di ognuno di quegli esseri umani, dobbiamo unire, in una pietas generosa, commossa e genuflessa, quei martiri a ciascuna delle vittime di tutte le altre mostruosità ideologiche del secolo scorso, commesse dagli uomini in nome dell’Uomo, perché rifiutare questo abbraccio equivarrebbe a torturare e uccidere una seconda volta. Il 27 gennaio di 68 anni fa si sono aperte al mondo le porte di Auschwitz e il mondo ha scoperto l’orrore dei campi di sterminio, i forni dove sono stati uccisi donne, anziani, uomini, bambini in tenera età, colpevoli solo di essere Rom, ebrei, colpevoli solo di essere finiti nella rete di un momento storico tragico, privo di logica, in cui era venuto meno ogni minimo rispetto per la sacralità dello stesso valore della vita. La celebrazione della Giornata della Memoria dev’essere sicuramente l’occasione, da rinnovare in modo costante, per riflettere, per non spegnere le luci su quello sterminio, per continuare a raccontare storie di vite distrutte, annientate, sogni mai realizzati di giovani, di madri, di figli. Compito delle Istituzioni è quello di tramandare quella memoria drammatica che forse rappresenta una delle pagine più tristi del nostro passato, e abbiamo tale dovere anche quale segno di rispetto per i sopravvissuti. Intanto a partire da oggi l’amministrazione comunale ha anche disposto l’affissione sul territorio cittadino di manifesti dedicati alla Giornata della Memoria.


26 Gennaio 2013

Categoria : Cronaca
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