Voto, potremmo essere nelle loro mani… guardiamoli negli occhi


L’Aquila – (di G.Col.) – (Foto: in evidenza la Pezzopane, la Blundo, De Matteis e Lolli – Sotto: vaso greco, Teseo che uccide Procuste) – La città, in Abruzzo e non solo, che più delle altre dipende (o pende) dall’esito delle elezioni politiche di febbraio, è sicuramente la terremotata e “assolettata” L’Aquila, che, badando al sodo, a quattro anni dalla sua apocalisse locale, è ancora un malato grave in un letto di Procuste, lì a soffrire come le vittime del mitico personaggio greco ucciso da Teseo. Si dirà: tutta l’Italia, tutto l’Abruzzo, pendono dall’esito di febbraio, perchè crisi e dissenatezze governative e politiche riguardano tutti. Si stringe la cinghia, se si ha ancora una cinghia e non bisogna ricorrere ad uno spago per tenersi le brache, in ogni contrada di questo paese che si illuse di essere arricchito, e visse al di sopra delle sue possibilità, finendo in cocci.
Certo, tutta l’Italia.
Ma L’Aquila, oltre alle ambasce della incalzante povertà generalizzata, della disoccupazione, del precariato che il concorsone non ha risolto e che dilaga, ha “anche” quel piccolo problema della non-ricostruzione. Dei quattro anni trascorsi e gettati al vento. Della dissoluzione economica, commerciale, artigianale, sociale e psicologica. Del dilagare di vandalismo e criminalità, ladri, predoni e topi di case inagibili. Di pericolosi affaristi e malavitosi che concupiscono i denari in arrivo per rimettere in piedi ciò che non lo è più. Del disfarsi progressivo del tessuto sociale in una sorta di resa collettiva al peggio, che devasta la gente nei corpi e nella mente. Un groviglio di emergenze e di problemi, nel quale occorrono persone forti, idee chiare, figure autorevoli e abili manovratori in grado di trattare con il centralismo spesso dispotico, più spesso indifferente, di Roma e dei suoi satrapi annidati nei palazzi.
Dall’esame della situazione politica pre-elettorale, ognuno ha capito che sono almeno quattro le persone alle mani delle quali ci dovremo affidare. Li vedete nella nostra page di foto: Stefania Pezzopane, Enza Rosetta Blundo, Giorgio De Matteis, Giovanni Lolli. Sono loro, a parere di chi afferma di capire la politica, i candidati più probabilmente destinati al Parlamento per rappresentare direttamente L’Aquila. Altri candidati, ovviamente, ci sono, ma le probabilità che ce la facciano sembrano striminzite. Di maggiore spessore, invece, quelle che i quattro raffigurati diventino senatori e onorevoli.
Guardiamoli in faccia.
Manca, clamorosamente, un candidato riferibile al PdL, partito che a L’Aquila dovrebbe avere spazi adeguati, secondo una vecchia radicalità democristiana-moderata-cattolica-berlusconiana-forzista. Ma la sconcertante indecifrabilità del centrodestra ha deciso che per il capoluogo non dovevano spuntare candidati. Vai a capire. Del resto, non lo hanno capito e si strappano le penne loro stessi, in deprimenti invettive e liti domestiche.
Che precipizio di lontananza e indifferenza verso i cittadini di quella fede, se mai ve ne fu una. Ma Berlusconi ‘ste cose le sa, o gliele nascondono? Lui che visitò L’Aquila 26 volte nel 2009, dovrebbe pur incuriosirsi sulla situazione pre-elettorale del suo “popolo” , tanto simile ai derelitti della ritirata dalla Russia, mille gavette di ghiaccio o qualcosa del genere.
Cavaliere, si informi.


26 Gennaio 2013

Categoria : Politica
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