A settembre festival internazionale chitarra
L’Aquila – Dal 27 settembre al 3 ottobre si svolgerà la XVI edizione del Festival Internazionale della Chitarra, evento musicale di alto livello culturale, organizato dalla Accademia Chitarristica Aquilana (diretta dal Maerstro Agostino Valente), che, quest’anno a causa del sisma, si svilupperà fra costa abruzzese (Roseto ed Atri) e strutture aquilane dotate ancora di recettività (Centro Servizi della Carispaq). Interverrano, vari concertisti italiani e straneri e l’avvio, con una perfomance di chitarra classica del Maestro Agostino Valente, ci sarà domenioca 27 settembre a Roseto al Teatro del Mare Lungomare Nord), alle ore 18. Di seguito il testo redatto dall’organizzatore, l’aquila Agostino Valente, Presidente e Fondatore dell’accademia Aquilana della Chitarra e concertista riconosciuto in tutto il mondo, per la brochure del Festival che, in modo commosso, spiega la mission di questa particolariisima edizione.
Il terremoto che ha colpito l´Aquila il 6 aprile scorso ha coperto di polvere centinaia di sogni. La nostra musica si è interrotta, almeno per qualche tempo, come è sembrato interrompersi la nostra memoria. Suoni e memorie coesistono colla tirannia del tempo, ne sfruttano la capacità “dinamica” di non essere mai esattamente uguale a sé stesso e lottano per non sprofondare nella corsa verso il nulla. Entrambi, come un fiume carsico, scompaiono per poi riapparire a distanza; si muovono in faticose salite e precipitose discese, come vagoncini delle montagne russe. Ma, proprio per questo, musica e ricordi non “tacciono” mai definitivamente ed anzi le intermittenze (dei sentimenti, delle memorie, dei suoni…) sono la caratteristica della storia della musica e dei ricordi. Il bilancio di un terremoto è sempre drammatico ed anche chi sopravvive perde almeno qualcosa, in termini di sicurezza, di passato, di storia, di identità . Pertanto un terremoto genere molti lutti: quello delle vittime dirette e indirette, delle pietre cadute, delle case sventrate, delle macerie, della distruzione morale che sprofonda i sopravvissuti in una categoria da Terzo mondo da assistere, da luogo a cui applicare l’otto o il cinque per mille. Ma da un terremoto ci si può riprendere se ancora si conserva una ferma fede verso la propria storia e la propria dignità . I monumenti e le case non costituiscono soltanto costruzioni, ma incorporano nel tempo sentimenti, emozioni, sogni, progetti, simboli. E non solo di questo occorre tenere conto, nel restauro e nella ricostruzione, per evitare di infliggere alla popolazione aquilana, oltre che il terremoto geologico, un ben più grave terremoto culturale. Infatti, in questo contesto di segni, la straordinaria vistosità della tradizione culturale aquilana, ci porta a tutelare e difendere, soprattutto, i monumenti alla cultura, costruiti in otto secoli di storia ininterrotta e passati, dal medioevo, attraverso ben “cinque ricostruzioni”. Per questo, dopo il dolore, in questa fase di convalescenza, allo scopo di ricostruire reti, identità e cultura, abbiamo pensato di continuare, altrove, in un luogo vicino e di passaggio, la tradizione del Festival Internazionale della Chitarra, che da diciassette anni porta lustro alla nostra città . Attraverso la musica, nell´edizione odierna spostata in vari luoghi della costa, vogliamo produrre la trasformazione dei nostri volti da feriti, affranti, martoriati, a visi sereni e distesi, nello stupore di ritrovarsi e di incontrare altri volti che ci hanno sorriso, accolto e a cui regaliamo il nostro bene più prezioso: l´amore secolare per la cultura. L´edizione del 2009, quella del forzato esilio e del lutto drammatico, quella sviluppata fra la vecchia città colpita a morte ed il mare accogliente, sarà ricordata come il passaggio corale verso il recupero della memoria e dei luoghi perduti; una occasione per una visione comunitaria nuova che ci lanci verso una ricostruzione vera, quella di una normale vita quotidiana condivisa con altri, togliendo dai nostri cuori la convinzione che il terremoto è un segno del cielo ed una scusa per interessi oscuri e ci convinca, invece, che anche una occasione, drammatica ma certa, per riempirci di nuove energie e sviluppare una nuova cultura per il nostro e per tutti i paesi d´Abruzzo. L´insieme dei concerti è stato pensato come vero tributo ad una aquilanità che è identità e cultura, orgoglio e respiro accogliente: celebrazione del culto degli Antichi, in un Abruzzo recuperato più intero ed intensamente più “fratello”. Per questa ragione, la rinascita attraverso una edizione pensata fra ciò che resta in piedi nella città colpita ed un “altrove prossimo”, è una sorta di musicale pristina forma, che assume i ritmi del passato e di questo tempo, costruendo un calendario con fasti antichi e visione proiettata al futuro. Dalla montagna al mare, dal lutto alla speranza: questo l´itinerario ispiratore che dalle macerie di un passato da riedificare ci porta alle pacifiche sponde di un mare accogliente, simbolo eroico di una navigare in avanti, con speranza verso il futuro, ma sapendo da dove si parte ed in quale porto fare ritorno. Con questa edizione, sviluppata fra mare e montagna, simboli fondanti dell’ascendere e del navigare, intendiamo compiere un processo di superamento interno, con musica, suoni e segni usati come mezzi per attraversamenti difficili, verso l´altro versante o l´altra sponda, verso terre prima sconosciute, inesplorate, inaccessibili, che diventano nuovo humus per una nuova vita. Ciò che si celava nelle antiche tradizioni della aquilanità , viene accostato a quello marino del salpare e del navigare e diviene simbolo di un viaggio verso qualcosa di non più e di non soltanto umano, trasfigurato in musica e declinato in cultura.
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